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Il 2021 è stato un anno segnato dalla pandemia COVID-19 e dagli effetti dei cambiamenti climatici. A fronte degli aumenti dei prezzi dell’energia e delle preoccupazioni sanitarie, nel 2022 la ripresa dell’Europa imporrà l’adozione di decisioni difficili. È molto probabile che, a lungo termine, eventuali ritardi o progetti di ripresa con ambiziosi ridotte, abbiano costi sociali ed economici maggiori. Rimediare alle disuguaglianze sociali in questa transizione verso la sostenibilità è indispensabile per garantire a tutti noi un futuro migliore.
L’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) e l’Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima (EMSA) hanno recentemente pubblicato la Relazione sull’Impatto Ambientale del Trasporto Marittimo Europeo (EMTER), una valutazione congiunta sugli impatti ambientali del trasporto marittimo in Europa. Abbiamo intervistato Stéphane Isoard, capogruppo dell’unita’ dedicata ai temi dell’acqua e dell’ambiente marino dell’AEA, che ha coordinato il team che si è occupato della relazione.
Dalla neutralità delle di carbonio all’economia circolare, dall’aria più pulita ai trasporti più puliti, l’Europa ha fissato obiettivi ambientali e climatici ambiziosi. Le città, dove vive la grande maggioranza degli europei, devono svolgere un ruolo decisivo nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità dell’Europa. La domanda è: in che modo le città possono diventare sostenibili?
Dagli ambienti politici alle piattaforme accademiche, il mondo discute delle crisi globali: una crisi sanitaria, una crisi economica e finanziaria, una crisi climatica e una crisi degli ambienti naturali. In definitiva, tutte rappresentano sintomi dello stesso problema: l’insostenibilità della nostra produzione e dei nostri consumi. Lo shock provocato dalla COVID-19 ha soltanto rivelato la fragilità sistemica della nostra economia e società globale, con tutte le loro disuguaglianze.
Oltre a fornire informazioni affidabili sull’ambiente e sul clima, l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) si adopera, come organizzazione, per migliorare le proprie prestazioni ambientali. Abbiamo intervistato Melanie Sporer, che coordina tali sforzi presso l’AEA nel quadro del sistema dell’UE di ecogestione e audit (EMAS).
Dopo un anno di convivenza con la COVID-19 e i suoi effetti, l’Europa continua a proporre pacchetti di politiche per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi delineati nel Green Deal europeo. È essenziale che l’Europa mantenga la rotta verso i suoi traguardi e assicuri di costruire, entro il 2050, una società resiliente basata sulla solidarietà, in grado di offrire a tutti un ambiente sano.
Adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici è una priorità assoluta per l’Unione europea. Cosa spinge le città ad adottare misure incisive per mitigare tali effetti e rendere i centri urbani più resilienti e sostenibili? Abbiamo incontrato Ivone Pereira Martins, esperta dell’AEA in sostenibilità urbana, per parlare del contributo dell’Agenzia a questo compito di vitale importanza.
L’acqua copre oltre il 70 % della superficie terrestre ed è essenziale per tutte le forme di vita del nostro pianeta. Di tutta l’acqua della superficie terrestre, il 96,5 % è contenuto negli oceani sotto forma di acqua salata, mentre il restante 3,5 % è costituito da acqua dolce (laghi, fiumi, falde acquifere e ghiaccio). Per il benessere delle persone e della natura è indispensabile una buona gestione di questa risorsa limitata e preziosa.
Cosa hanno in comune molti vigneti sparsi in paesaggi idilliaci, siti industriali e discariche? La risposta potrebbe essere la presenza di sostanze chimiche. Dai metalli pesanti agli inquinanti organici e alle microplastiche, il suolo in cui coltiviamo i nostri prodotti alimentari e il territorio su cui costruiamo le nostre case potrebbero essere contaminati da diversi inquinanti. I contaminanti sono diffusi e si stanno accumulando nei territori e nei suoli europei. Come possiamo affrontare questo problema?
Negli ultimi decenni la qualità dell’aria in Europa è notevolmente migliorata, ma gli inquinanti continuano a danneggiare la nostra salute e l’ambiente. Le misure volte a limitare l’inquinamento contribuirebbero a migliorare la nostra qualità di vita, a risparmiare denaro nell’assistenza sanitaria, a incrementare la produttività dei lavoratori e a proteggere l’ambiente.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), in Europa l’inquinamento provoca 1,4 milioni di decessi evitabili all’anno, ma la situazione sta migliorando e il Green Deal europeo potrebbe rappresentare l’occasione per fare un balzo in avanti verso la sostenibilità. Abbiamo parlato di inquinamento e di salute con Francesca Racioppi, capo del Centro europeo per l’ambiente e la salute dell’OMS.
L’inquinamento industriale in Europa sta diminuendo grazie a una combinazione di normative e sviluppi nelle iniziative manifatturiere e ambientali. Tuttavia, l’industria continua a inquinare e la transizione verso l’inquinamento zero in questo settore è una sfida ambiziosa.
Possiamo classificare l’inquinamento in base al comparto in cui lo troviamo (nel suolo, nell’acqua o nell’aria) o possiamo esaminare diversi tipi di inquinamento, come le sostanze chimiche. Siamo circondati da sostanze chimiche sintetiche, alcune delle quali, tuttavia, possono anche essere molto dannose per la nostra salute e per l’ambiente. Come possiamo limitare gli effetti negativi delle sostanze chimiche che sono diventate parte del nostro attuale stile di vita?
Al centro della legislazione ambientale dell’UE c’è un’idea semplice ma potente: il principio «chi inquina paga». Tale principio è stato applicato sotto forma di imposte, ammende e altre misure, come le quote per emissioni inquinanti e la direttiva sulla responsabilità ambientale. Abbiamo parlato con il professor Geert Van Calster di questo principio, dei suoi vantaggi e svantaggi.
La scorsa primavera, in poche settimane, un coronavirus ha dato una nuova forma all’assetto mondiale. All’improvviso, molte delle cose che avevamo dato per scontate, non sono state più accessibili. La pandemia ha colto il mondo di sorpresa, ma se interpellassimo a tal riguardo uno scienziato che lavora in un settore connesso alle malattie infettive, direbbe che era solo una questione di tempo.
Molti di noi sono sempre più esposti al rumore nella nostra vita quotidiana. Le automobili ad alta rumorosità in strada, un aereo che vola a bassa quota o un treno nelle vicinanze spesso causano fastidio e frustrazione. Tuttavia, il loro impatto sulla nostra salute e sull’ambiente potrebbe essere molto peggiore di quanto si pensi.
L’inquinamento atmosferico, l’inquinamento acustico e le ripercussioni dei cambiamenti climatici rappresentano rischi principali per la salute e il benessere quotidiano degli europei. Abbiamo parlato con Catherine Ganzleben, responsabile del gruppo “Inquinamento atmosferico, ambiente e salute”, Alberto González, esperto in qualità dell’aria dell’AEA, ed Eulalia Peris, esperta in inquinamento acustico dell’AEA, per saperne di più su cosa sta facendo l’AEA per migliorare le conoscenze in questo importante campo di ricerca.
La nostra strategia comune ci indica la direzione di marcia. Introduce una nuova modalità di collaborare e di creare conoscenze, più duttile, più proattiva, attiva e reattiva e più applicabile, adeguata alle sfide che dovremo affrontare e alle conoscenze di cui avremo bisogno nel prossimo decennio.
È risaputo che l’inquinamento da plastica ed i rifiuti di plastica rappresentano un grave problema ambientale. Negli ultimi anni sono stati introdotti sul mercato nuovi prodotti in plastica che sarebbero migliori per l’ambiente. Una recente nota informativa pubblicata dall’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) ne valuta l'impatto ambientale. Per saperne di più ci siamo rivolti ad Almut Reichel, esperta dell’AEA nel campo dell’uso sostenibile delle risorse e dei rifiuti.
La pandemia di COVID-19 è un chiaro esempio di quanto possano essere fragili le nostre società ed economie davanti a uno choc vigoroso. Oltre a ciò, si prevede che il degrado ambientale e i cambiamenti climatici aumenteranno la frequenza e la gravità di questi avvenimenti sconvolgenti. Di fronte all’incertezza e a sfide di vario tipo, l’unica strada percorribile consiste nel garantire che ogni decisione presa in questo periodo critico ci avvicini ai nostri obiettivi sociali e di sostenibilità.
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