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Intervista — Prosumatori e crisi energetica: i cittadini contribuiscono alla transizione energetica dell’Europa

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Article Pubblicato 14/10/2022 Ultima modifica 16/03/2023
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Cosa si intende per «prosumatori» (potenziale acquirente e consumatore) di energia e qual è il loro ruolo nel promuovere l’uso di energia rinnovabile in tutta Europa? Abbiamo parlato con Javier Esparrago, esperto di energia e ambiente dell’AEA, del contributo che i cittadini, le istituzioni e le imprese possono apportare per affrontare l’attuale crisi energetica diventando prosumatori, attivi sia nella produzione che nel consumo di energia rinnovabile. All’inizio di questo mese l’AEA ha pubblicato una relazione che spiega cosa significa essere prosumatori di energia rinnovabile e illustra la crescente diffusione di tali pratiche grazie a tecnologie più efficienti ed economiche e a politiche di promozione.

Il termine prosumatori (ndt, potenziale acquirente e potenziale consumatore) è sempre più utilizzato in tutta Europa. Cosa si intende esattamente per «prosumazione»?

Il termine prosumazione ha un significato molto ampio e definizioni che spesso si sovrappongono. In senso stretto i prosumatori sono individui, istituzioni o piccole imprese che assumono il ruolo sia di produttori che di consumatori di energia. Tuttavia, in senso lato il termine designa tutti i soggetti che contribuiscono attivamente al sistema energetico, ad esempio aiutando a stabilizzare la rete mediante l’uso di batterie proprie. I prosumatori possono agire a livello individuale o collettivo, come nel contesto di una cooperativa energetica.

La recente relazione dell’AEA «Energy Prosumers in Europe — Citizen participation in the energy transition» (Prosumatori di energia in Europa — Partecipazione dei cittadini alla transizione energetica) esamina queste pratiche emergenti.

Quali sono i principali benefici associati alla prosumazione rispetto a quelli forniti da impianti di produzione di energia rinnovabile su larga scala? E gli inconvenienti?

I benefici sono molto numerosi. Ne cito solo tre. Primo, i prosumatori sono solitamente meno esposti a prezzi dell’energia elevati, poiché spesso generano una parte dell’energia che consumano. Secondo, molti impianti di prosumazione sono installati su tetto e non richiedono quindi apposite aree di terreno. Terzo, questi progetti sono di norma finanziati dalle famiglie e sono pertanto utili per canalizzare i risparmi privati nella transizione energetica.

D’altra parte la prosumazione presenta anche notevoli inconvenienti. Uno dei principali è legato all’efficienza di questi progetti in termini di costi, spesso inferiore rispetto a quella di progetti di grandi dimensioni semplicemente per effetto di economie di scala. Anche l’elevato costo iniziale di alcuni modelli di prosumazione è criticato, in quanto non tutti possono permetterselo.

In definitiva ritengo che il futuro sistema energetico sarà più decentrato, con un mix di impianti su larga e su piccola scala collegati attraverso una rete intelligente flessibile.

Che contributo possono apportare cittadini prosumatori nella riduzione degli effetti negativi dell’attuale crisi energetica, in particolare per quanto riguarda le bollette?

Il potenziale è enorme. Una famiglia può talvolta coprire interamente il proprio fabbisogno di elettricità con l’autoproduzione, specie in combinazione con batterie e una pompa di calore. I progetti su piccola scala sono di solito realizzabili in tempi relativamente brevi, in risposta a periodi caratterizzati da prezzi elevati dell’energia.

Di fatto, negli ultimi mesi è stata osservata un’enorme domanda di pannelli solari da installare su tetto. Tuttavia, alcuni fattori limitano la rapidità di attuazione dei progetti di prosumazione. Ad esempio vi sono attualmente problemi legati all’approvvigionamento dei pannelli solari e dei loro componenti. Anche l’ottenimento dei permessi necessari e la carenza di competenze possono allungare i tempi. Senza dimenticare che naturalmente non tutti dispongono di un tetto sul quale installare pannelli.

Finora abbiamo menzionato solo l’uso di pannelli solari da parte dei consumatori. Quali sono le altre tecnologie disponibili?

I tetti solari costituiscono la tecnologia privilegiata. Tuttavia alcuni prosumatori organizzati a livello collettivo fanno anche investimenti di altra natura, ad esempio in energia eolica, impianti idroelettrici di piccole dimensioni o teleriscaldamento.

Quali sono le politiche dell’UE che contribuiscono a promuovere la prosumazione?

La direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili (rifusa) e la direttiva relativa al mercato interno dell’energia elettrica hanno definito vari tipi di prosumatori e stabilito diritti e obblighi dettagliati per ciascuno di essi. Ma il maggiore impulso alla prosumazione è provenuto, lo scorso maggio, dalla proposta di piano REPowerEU e dalla relativa iniziativa per i tetti solari. La proposta prevede l’obbligo giuridico di installare pannelli solari nei nuovi edifici e incoraggia i paesi a ridurre la burocrazia, predisporre incentivi e fornire consulenza ai cittadini sull’assunzione del ruolo di prosumatori. In questo senso rappresenta davvero una svolta.

Quanto sarebbe facile per un consumatore di energia diventare prosumatore?

Questo dipende molto dai modelli di prosumazione, che sono molteplici. Ad esempio l’installazione di pannelli solari su tetto comporta un notevole investimento iniziale, oltre a richiedere una certa pianificazione, l’ottenimento di permessi e, a volte, tempi di attesa per la disponibilità di professionisti qualificati.

Per contro si può aderire a una grande cooperativa energetica quasi con la stessa facilità con cui si cambia fornitore di energia. Malgrado le grandi differenze esistenti la riduzione di queste barriere iniziali è fondamentale affinché la prosumazione si affermi in tempi più brevi.

Quali sono le sfide e gli ostacoli principali che i prosumatori devono affrontare e cosa potrebbero fare i governi?

È essenziale un quadro politico chiaro, stabile e ben sviluppato. In alcuni paesi la prosumazione non è adeguatamente integrata nelle leggi e nei regolamenti nazionali e questa situazione crea incertezza per i potenziali prosumatori. Anche l’accesso a finanziamenti e la mancanza di informazioni costituiscono spesso un ostacolo. Le autorità nazionali o regionali potrebbero creare sportelli unici mettendo a disposizione dei cittadini informazioni su aspetti tecnici e normativi nonché sul sostegno finanziario disponibile. I governi dovrebbero inoltre affrontare il problema della carenza di competenze e adeguare la formazione professionale alle esigenze del mercato.

Quali sono le altre attività svolte dall’AEA in questo ambito?

L’AEA sta ultimando un documento informativo, ossia una breve valutazione online che pubblicheremo nei prossimi mesi sul tema prosumatori e città. Vi si analizzano i fattori specifici che influenzano i prosumatori nelle aree urbane e le forme di sostegno che possono essere offerte dai comuni.

Javier Esparrago

Esperto AEA su ambiente ed energia

Intervista pubblicata nel numero 03/2022 della Newsletter AEA

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