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Vivere in uno stato di molteplici crisi: salute, natura, clima, economia, o semplicemente insostenibilità sistemica?

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Article Pubblicato 17/08/2021 Ultima modifica 23/08/2021
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Photo: © Nunzio Santisi, Picture2050/EEA
Dagli ambienti politici alle piattaforme accademiche, il mondo discute delle crisi globali: una crisi sanitaria, una crisi economica e finanziaria, una crisi climatica e una crisi degli ambienti naturali. In definitiva, tutte rappresentano sintomi dello stesso problema: l’insostenibilità della nostra produzione e dei nostri consumi. Lo shock provocato dalla COVID-19 ha soltanto rivelato la fragilità sistemica della nostra economia e società globale, con tutte le loro disuguaglianze.

Raggiungere una sostenibilità vera e duratura richiederà la risoluzoine delle disuguaglianze sociali. Questo pone un problema politico: in che modo garantire l’accesso alle risorse e un ambiente pulito per tutti?

Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’AEA

Dal 1950, la popolazione mondiale è più che triplicata fino a raggiungere quasi 8 miliardi, mentre la produzione economica è cresciuta di 12 volte. Questa crescita massiccia è stata facilitata da un enorme aumento nell’uso delle risorse naturali quali la terra, l’acqua, il legname e di altri materiali, compresi i minerali e le risorse energetiche. Questa «grande accelerazione» ha sollevato centinaia di milioni di persone dalla povertà, ma nel contempo, ha avuto ripercussioni negative sugli ecosistemi causando cambiamenti climatici. A livello globale, il 75 % dell’ecosistema terrestre e il 40 % di quello marino sono stati gravemente alterati. La continua combustione di combustibili fossili, i cambiamenti delle destinazioni di uso della terra e la deforestazione rilasciano gas a effetto serra nell’atmosfera, causando il cambiamento climatico.

Oggi la globalizzazione, specialmente attraverso l’aumento della digitalizzazione, collega quasi ogni parte del pianeta attraverso una serie di rotte commerciali consolidate, assicurando la distribuzione di materie prime, parti o prodotti finiti per i consumatori geograficamente distribuiti in un mercato globale. Si prevede che la domanda di risorse materiali raddoppierà entro il 2060 e che stiamo già consumando l’equivalente di quanto tre pianeti Terra potrebbero produrre. Inoltre, attualmente non siamo in grado di evitare che una grande quantità di rifiuti finiscano nell’ambiente; inoltre si prevede che la produzione annuale di rifiuti aumenterà del 70 % entro il 2050. Gli obiettivi di neutralità delle emissioni di anidride carbonica o le apparecchiature ICT possono esercitare ulteriori pressioni sulle estrazioni , già sotto pressione, di minerali e terre rare.

COVID-19: una breve pausa dai mercati globali?

Il COVID-19 e le relative misure di confinamento hanno influenzato, in una certa misura, i modelli di consumo e di produzione. Alcuni settori, come il turismo o i viaggi, sono stati colpiti direttamente e anche molte catene di approvvigionamento hanno subito ripercussioni. La chiusura di alcuni impianti di produzione in Cina e in altri paesi esportatori durante i primi mesi di confinamento ha causato ritardi nelle consegne di alcuni prodotti. Allo stesso modo, anche il recente incidente navale che ha bloccato il canale di Suez per giorni ha determinato carenze e ritardi nei mercati europei. Il COVID-19 non ha causato solo interruzioni nelle catene di distribuzione globali, ma ha altresì ridotto la domanda di alcuni prodotti.

La pandemia ha rivelato in che misura la nostra economia e le nostre società siano strettamente connesse e interdipendenti. DI qualsiasi tipo sia una situazione di emergenza, sanitaria o economica, una crisi può facilmente propagarsi e le sue ripercussioni possono reverberare in tutto il mondo, a meno che non si intraprendano azioni d’insieme, e fin dall’inizio, coordinate e risolute.

Il COVID ha inoltre creato un aumento della domanda globale e un mercato in crescita per i dispositivi di protezione individuale, quali mascherine e guanti. Le preoccupazioni per la salute hanno comprensibilmente adombrato le preoccupazioni ambientali sul consumo della plastica monouso. Allo stesso tempo, il rallentamento economico ha ridotto la produzione di imballaggi in plastica nell’UE. Questi cambiamenti possono influenzare i progressi dell’UE verso gli obiettivi fissati prima della pandemia. Un briefing dell’AEA, che sarà pubblicato questo mese, esamina le ripercussioni del COVID-19 sul’utilizzo e il consumo di plastica monouso nel contesto europeo.

Nel suo secondo anno, il COVID-19 instaura crisi diverse a seconda del paese. I paesi con alti tassi di vaccinazione stanno iniziando a eliminare le restrizioni progressivamente, avvicinandosi a uno stile di vita normale. Grazie a un tasso di somministrazione superiore alle 70 dosi per 100 persone, gli Stati membri dell’UE si stanno concentrando sulla crisi economica e sui piani di ripresa. Le attività economiche ed i consumi stanno nuovamente riprendendo ritmo. Allo stesso tempo, la crisi sanitaria continua ad imperversare nei paesi con un accesso molto limitato ai vaccini, evidenziando le disuguaglianze globali in un mondo strettamente connesso.

La pandemia ha anche innescato alcune riflessioni e relative azioni per mitigare queste disuguaglianze, spingendo paesi a reddito più elevato o quelli meno colpiti dalla pandemia, ad aiutare gli altri mediante forniture mediche, respiratori ed ora, di vaccini. Il mese scorso, i leader dell’UE si sono impegnati a donare 100 milioni di dosi di vaccini contro il coronavirus verso paesi che ne hanno bisogno. Questa promessa è stata seguita da un impegno dei leader del G7 di donare 1 miliardo di dosi verso paesi a basso reddito nel 2021. Purtroppo, secondo l’OMS, questi numeri sono ancora significativamente inferiori ai 10 miliardi di dosi necessarie.

Distribuzione ineguale di risorse, impatti e ricavi

La relazione 2019 Global Resources Outlook (Prospettive sulle risorse globali del 2019) dell’International Resource Panel conferma che l’uso delle risorse naturali, i relativi ricavi ed impatti ambientali sono distribuiti in modo non uniforme tra paesi e regioni. I paesi ad alto reddito, compresi gli Stati membri dell’UE, continuano a consumare significativamente più materie causando significativamente più danni ambientali rispetto al gruppo dei paesi a basso reddito.

Dal marzo 2020 il nuovo piano d’azione per l’economia circolare rappresenta la pietra miliare degli sforzi dell’Unione europea sul tema dell’uso delle risorse. Il piano include una vasta gamma di azioni che interessano la progettazione dei prodotti, concetti di economia circolare, il consumo più sostenibile e la prevenzione dei rifiuti. Richiede e specifica azioni nelle filiere produttive chiave, tra cui elettronica e ICT , batterie, imballaggi, plastica, tessili, edifici e costruzioni, nonché alimentari, acqua e nutrienti. In quanto tale, costituisce una delle componenti principali del Green Deal europeo (la risposta globale dell’Unione europea alle sfide ambientali, climatiche e socio-economiche) ed è di grande importanza per indirizzare gli investimenti, sia per la ripresa post-COVID, che per una transizione sostenibile del nostro modello economico.

La dimensione sociale e la questione della governance rappresentano la chiave per ricostruire in modo megliore

Presso l’AEA, abbiamo concentrato il nostro lavoro per monitorare l’ambiente, i progressi verso la circolarità economica, nonché nell’identificare le opzioni per le politiche e modelli di business circolari intorno a filiere produttive chiave. Continueremo a sostenere l’attività dei legislatori europei intorno alle filiere produttive chiave e contribuiremo alle valutazioni globali delle risorse attraverso l’International Resource Panel.

Quando l’economia inizierà a riprendersi, riusciremo a ricostruire in maniera meglire?

Raggiungere un uso sostenibile delle risorse in Europa e nel mondo richiede cambiamenti fondamentali nei nostri sistemi di produzione e consumo. La vera sfida non e’ solo rendere i processi di produzione più efficienti. Raggiungere una sostenibilità vera e duratura richiederà di affrontare anche le disuguaglianze sociali. Questo aspetto solleva la questione di governance: in che modo garantire l’accesso alle risorse e un ambiente pulito per tutti? L’AEA continuerà a portare la dimensione sociale e la questione di governance nelle valutazioni e nelle discussioni politiche pertinenti.

Hans Bruyninckx

Direttore esecutivo dell’AEA

Editoriale pubblicato nella Newsletter AEA, giugno 2021

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