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L’impatto dei cambiamenti climatici e le modalità con le quali le nostre società possono affrontare le minacce e i rischi per la nostra salute e il nostro benessere e prepararvisi al meglio sono stati quest’anno settori chiave del lavoro dell’AEA. Abbiamo incontrato tre esperti, Ine Vandecasteele, Aleksandra Kazmierczak ed Eline Vanuytrecht, che hanno studiato in modo specifico in che modo sia possibile migliorare le nostre capacità di adattamento e sviluppare forme di resilienza nei contesti urbani nonché individuare i rischi sanitari emergenti di origine climatica posti da inondazioni, siccità e qualità dell’acqua.
I cittadini di tutta Europa stanno per eleggere il nuovo Parlamento europeo, orientando così le politiche dell’UE per i prossimi cinque anni. Abbiamo chiesto a Leena Ylä-Mononen, direttrice esecutiva dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), che cosa significhino queste elezioni e quali siano le sfide ambientali e climatiche a venire.
L’AEA ha da poco pubblicato la valutazione europea dei rischi climatici (EUCRA), un rapporto importante che dovrebbe aiutare l’Europa ad affrontare i crescenti rischi derivanti dai cambiamenti climatici. Abbiamo intervistato i nostri colleghi Julie Berckmans, Marianne Dons Tychsen e Hans-Martin Füssel, che hanno lavorato insieme sul rapporto negli ultimi due anni.
Il degrado ambientale e i cambiamenti climatici sono fenomeni che interessano tutti noi, in termini di salute, economia e società. Per affrontare le problematiche e le ripercussioni crescenti, l’Europa ha fissato politiche e obiettivi ambiziosi. Da un bilancio dei progressi compiuti si evince che per aiutare l’Unione europea a progredire verso il raggiungimento dei suoi obiettivi è necessaria la piena attuazione delle politiche ambientali e climatiche, l’adozione di misure aggiuntive, ove necessario, nonché l’integrazione dei loro requisiti in altri ambiti politici. Un finanziamento adeguato sarà la chiave per conseguire progressi in tempi più rapidi.
L’Unione europea ha compiuto progressi sostanziali nel miglioramento della qualità dell’aria adottando e attuando politiche e misure a partire dagli anni Ottanta. Tuttavia, l’inquinamento atmosferico continua a rappresentare il maggiore rischio ambientale per la salute delle persone in Europa. Questo rischio è ancora più elevato se combinato con gli effetti dei cambiamenti climatici, tra cui il caldo estremo, che colpisce maggiormente i gruppi vulnerabili, come gli anziani e i bambini.
L’Unione europea e i relativi Stati membri si stanno interessando sempre più alla biomassa e alle modalità con le quali può sostenere la transizione verso un’economia sostenibile e climaticamente neutra. L’AEA ha intervistato Katarzyna Kowalczewska, esperta di integrazione delle politiche in materia di agricoltura e uso del suolo, cambiamento di uso del suolo e silvicoltura (LULUCF) in seno all’Agenzia, in merito alla propria recente pubblicazione «The European Biomass Puzzle» (Biomassa, un rompicapo europeo) e al motivo per cui l’argomento richiede un’attenta considerazione da parte dei responsabili politici.
L’uso del bisfenolo A (BPA), una sostanza chimica di sintesi presente in molti contenitori alimentari di plastica e metallo e in altri prodotti di consumo e l’esposizione della popolazione a tale composto sono motivo di crescente preoccupazione per molti in Europa. Abbiamo consultato Magnus Løfstedt, esperto dell’AEA su sostanze chimiche, ambiente e salute, per saperne di più sulla nota informativa recentemente pubblicata dall’AEA in merito ai rischi associati al bisfenolo A.
Dagli incendi boschivi alle inondazioni disastrose che hanno colpito l’Europa meridionale, l’estate del 2023 passerà alla storia per i fenomeni meteorologici estremi che l’hanno caratterizzata. In che misura siamo preparati ad affrontare questi eventi e le loro conseguenze? Le incessanti ondate di calore che hanno investito milioni di europei in tutto il continente, gli incendi boschivi e le improvvise inondazioni che hanno danneggiato molte comunità richiedono un’azione ancora più ambiziosa, che favorisca l’adattamento a una nuova realtà e acceleri la transizione verso la sostenibilità.
La natura è alla base della nostra salute e del nostro benessere. Essa ci offre aria pulita, acqua, cibo, materie prime e uno spazio per lo svago. Trascorrere del tempo immersi nella natura fa bene alla nostra salute mentale. Se non ci prendiamo cura del pianeta, del suo clima e dei suoi ecosistemi, compromettiamo il funzionamento delle nostre società, peggioriamo le nostre vite e, forse più direttamente, danneggiamo il nostro stesso benessere.
L’acqua pulita è fondamentale per la natura, la salute e il benessere delle persone. Si tratta inoltre di una risorsa importante per molti settori economici. A causa dell’eccessivo sfruttamento delle risorse e dei cambiamenti climatici, molte aree in Europa soffrono sempre più di carenza idrica. Al contempo, l’inquinamento esercita un’ulteriore pressione su questa risorsa finita.
La qualità dell’aria in Europa sta migliorando. Ciononostante l’aria inquinata continua a peggiorare la salute degli individui e a causare morti evitabili, soprattutto nelle città. La buona notizia è che soluzioni più pulite per i trasporti, il riscaldamento, l’industria e l’agricoltura possono essere utili.
Siamo circondati dal rumore. Le sirene dei veicoli ad alto volume, le automobili in autostrada, gli aerei in volo: il rumore è presente nelle nostre vite come mai prima d’ora. Ciò che forse molti non sanno è che l’esposizione a lungo termine al rumore del traffico è molto più che un disturbo: causa danni alla nostra salute sia fisica che mentale.
Ondate di calore, siccità, incendi boschivi e inondazioni in un clima che cambia incidono sempre più sulla nostra salute e sul nostro benessere. L’UE incentiva le azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici a livello nazionale, delle città e dei comuni. Tali misure ci aiuteranno a resistere agli eventi meteorologici estremi in futuro?
Le sostanze chimiche sono ovunque. Le rocce, i mari, l’aria, le piante, gli animali e noi esseri umani siamo composti da elementi chimici. La buona notizia è che non tutte le sostanze chimiche sono tossiche. La cattiva notizia è che alcune di esse lo sono. Fortunatamente l’Europa si è impegnata per ridurre i danni provocati dalle sostanze chimiche pericolose.
L’atlante europeo dell’ambiente e della salute dell’AEA è una raccolta di dati e mappe che mostrano le informazioni chiave sulla qualità dell’ambiente e sui rischi in tutta Europa. Abbiamo intervistato Gerardo Sanchez, un esperto dell’AEA in materia di ambiente, salute e benessere, riguardo all’atlante e ai soggetti che possono trarne beneficio.
Siamo circondati da sostanze chimiche pericolose. Jerker Ligthart di ChemSec, una ONG svedese, il cui obiettivo è accelerare la transizione verso un mondo privo di sostanze chimiche pericolose, ha affrontato, tra i vari argomenti, quelli relativi ad alternative più sicure, alle sostanze chimiche in un’economia circolare e alle modalità con cui la conoscenza e la regolamentazione possono contribuire a plasmare le decisioni di consumatori e investitori.
I cittadini sono sempre più consapevoli dell’impatto dei loro consumi sulla natura e sul clima. Una delle principali categorie in cui rientrano tali consumi è quella dell’abbigliamento e di altri prodotti tessili. Abbiamo parlato con Lars Mortensen, esperto dell’AEA in materia di economia circolare, consumo e produzione, che si è occupato di diverse valutazioni dei prodotti tessili e del loro impatto sull’ambiente.
1972: ricordo di essere rientrato a casa con mio padre dalla fiera del libro di Anversa pieno di volumi. Ne conservo ancora tre: uno sulle specie minacciate, uno sui limiti alla crescita e l’Atlante del mondo di Times. Nel corso degli anni mio padre ha continuato a stimolare la mia curiosità nei confronti della natura, un mondo molto più grande di quello che ci circonda nell’immediato, e del tipo di scienza che apriva dibattiti cruciali sul futuro della società.
L’Europa si muove verso un futuro di energia a basse emissioni di carbonio. Il 2020 ha costituito un traguardo importante, dal momento che l’UE ha raggiunto i suoi primi tre obiettivi in materia di clima ed energia: riduzione del 20 % delle emissioni di gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990, incremento al 20 % della quota di energia rinnovabile utilizzata e miglioramento del 20 % dell’efficienza energetica.
Il Green Deal europeo pone l’accento sulla necessità di non lasciare indietro nessuno, assicurare una transizione giusta e creare un’economia più moderna, efficiente nell’impiego delle risorse e competitiva. Cosa significa, in pratica, una transizione socialmente giusta? Ne abbiamo parlato con Jorge Cabrita, dirigente di ricerca presso Eurofound.
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