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L’AEA compie 25 anni: l’esperienza alla base dell’obiettivo della sostenibilità in Europa

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Article Pubblicato 16/07/2019 Ultima modifica 11/05/2021
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Photo: © Rosana Grecchi, Sustainably Yours /EEA
Come sarà l’ambiente europeo tra 25 anni? Raggiungeremo la nostra visione comune di «vivere bene, entro i limiti del nostro pianeta»? Saremo in grado di limitare il riscaldamento globale e di costruire città resilienti alle sollecitazioni climatiche, circondate da una natura in buona salute? Dalle recenti elezioni del Parlamento europeo emerge che gli europei sono sempre più preoccupati. La prossima generazione europea invoca misure urgenti, ma in che modo le loro richieste di un futuro sostenibile plasmeranno l’ambiente e lle politiche socio-economiche del continente? In occasione del nostro 25o anniversario, stiamo riflettendo su come le conoscenze e le politiche ambientali europee si siano sviluppate in questi 25 anni e su come noi, l’AEA e le sue reti, possiamo sostenere gli sforzi verso la sostenibilità nei prossimi 25 anni.

La politica: da singole questioni a misure sistemiche

La consapevolezza ambientale e la sua incidenza sul processo decisionale hanno avuto inizio con l’individuazione di problemi isolati, quali le piogge acide, la contaminazione chimica dei corpi idrici o il rapido declino delle popolazioni di api, con le relative implicazioni per la salute umana e l’economia. A partire dagli anni Settanta, gli Stati membri dell’Unione europea hanno iniziato a coordinare i propri sforzi, allineando sempre di più le rispettive politiche, in conseguenza della crescente consapevolezza che i problemi ambientali transfrontalieri, come l’inquinamento atmosferico o idrico, richiedono un’azione congiunta.

In questo periodo di quasi 50 anni, i paesi dell’UE hanno gradualmente ampliato la portata della propria azione collettiva e aumentato il il proprio livello di ambizione. Con l’aumentata comprensione dei problemi ambientali, è divenuto evidente che le preoccupazioni ambientali dovevano entrare a far parte integrante dei quadri politici generali, sia in Europa che a livello globale. Nell’Unione europea, le politiche in materia di clima ed energia sono ora più strettamente allineate, mentre quelle relative alla mobilità sono entrate a far parte di una più ampia, visione a lungo termine per  un’economia a impatto climatico zero entro il 2050.

Nei dibattiti politici, a qualsiasi livello, è diventato sempre più chiaro che disporre di informazioni affidabili sull’ambiente è fondamentale per l’elaborazione e l’attuazione di politiche efficaci.

La conoscenza:  una comprensione più profonda e ampia

L’Agenzia europea dell’ambiente è stata istituita nel 1994[1] per fornire informazioni indipendenti e affidabili sull’ambiente in Europa a sostegno dell’elaborazione delle politiche europee. La decisione è stata adottata in quanto un’azione congiunta richiede una comprensione comune del problema in questione. E senza dati completi e comparabili, risulta impossibile formulare politiche comuni e monitorarne i progressi.

Parallelamente all’evoluzione delle esigenze in termini di politiche, nel corso del tempo ci sono stati affidati nuovi ambiti di attività e si è ampliata anche la copertura spaziale e temporale della nostra base conoscitiva. Oggi, le conoscenze dell’AEA riguardano l’analisi tematica di singole questioni, che vanno dalla qualità dell’aria e delle acque di balneazione, ai cambiamenti nella copertura del suoloe alla prevenzione dei rifiuti, alle emissioni dido per i gas a effetto serra e di anidride carbonica da automobili e furgoni di nuova produzione, fino ad analisi più trasversali e sistemiche su clima ed energia, il sistema alimentare e le vulnerabilità sociali dovute a un’esposizione ineguale a molteplici impatti ambientali. Inoltre, ogni cinque anni integriamo tali valutazioni con la relazione sullo stato e le prospettive dell’ambiente in Europa (SOER), la cui edizione 2020 sarà pubblicata nel dicembre di quest’anno. Il nostro lavoro di valutazione e acquisizione di conoscenze continuerà a svilupparsi insieme alle esigenze politiche in corso ed emergenti.

Dati e tecnologia: abbracciare il cambiamento ed esplorare opportunità

Nei primi tempi, la comunicazione dei dati ambientali consisteva in materiale a stampa inviato per posta o, successivamente, via fax all’Agenzia. Oggi, gli Stati membri possono trasmettere ingenti quantità di dati direttamente a Reportnet, la nostra piattaforma elettronica di comunicazione. Questi dati, una volta controllati in termini di qualità, sono messi a disposizione di qualsiasi utente, umano o elettronico.

Una quota crescente dei dati raccolti proviene con informazioni geospaziali, che consentono di visualizzare i cambiamenti nel tempo e in tutto il continente. Ora possiamo ingrandire una mappa, visualizzare le aree protette della rete Natura2000 dell’UE e acquisire informazioni sulle specie protette che vi vivono. Alcuni dati sono trasmessi e resi disponibili in tempo reale. Migliaia di stazioni di monitoraggio in tutta Europa, che misurano le concentrazioni dei principali  inquinanti atmosferici, sono ora collegate alla stessa rete e tutte queste informazioni sono accessibili attraverso l’indice europeo della qualità dell’aria, la nostra piattaforma comune con la Commissione europea.

La digitalizzazione e Internet hanno trasformato cio’ che era inimmaginabile 25 anni fa in strumenti oggi ordinari. Questa rivoluzione dei dati ambientali è lungi dall’essere conclusa. Infatti, il programma di osservazione della terra Copernicus dell’Unione europea offre innumerevoli opportunità per aiutarci a monitorare i  cambiamenti nell’ambiente europeo, con un’accuratezza e un livello di dettaglio impensabili 25 anni fa. Dalla densità delle foreste all’espansione urbana, i dati satellitari di Copernicus integrano le osservazioni sul campo per consentirci di comprendere appieno ciò che sta accadendo, dove e perché.

Considerando la portata dei cambiamenti in termini tecnologici e di acquisizione dei dati negli ultimi 25 anni, possiamo essere certi che la tecnologia – sotto forma di intelligenza artificiale, di telerilevamento o di sempre crescente capacità di elaborazione – continuerà a plasmare le nostre conoscenze e le modalità per accedervi.

Una rete di persone: esperienza, competenza e impegno

L’AEA non è solo un polo di conoscenze che collega il mondo della scienza con quello politicoa. È anche un’organizzazione di networkingche riunisce centinaia di soggetti attivi – agenzie e ministeri per l’ambiente, amministrazioni pubbliche e organismi di ricerca – nella Rete europea d’informazione e osservazione ambientale (Eionet). Quella che è iniziata come una rete di 12 paesi dell’UE con un organico di decine di persone comprende oggi 33 paesi membri e 6 paesi cooperanti in tutta Europa e centinaia di dipendenti altamente motivati e con un’ampia gamma di settori di competenza. La rete Eionet ha svolto un ruolo fondamentale nel creare e garantire la disponibilità di flussi di dati regolari provenienti da tutta Europa. Oggi, oltre al suo ruolo fondamentale in materia di dati, Eionet funge anche da rete di conoscenze, raccogliendo e condividendo le esperienze e le competenze degli organismi che ne fanno parte. Questa esperienza e competenza collettiva di AEA ed Eionet giova anche a partner e progetti in atto oltre i confini dell’UE, compresi i paesi del vicinato europeo e l’iniziativa europea di biomonitoraggio umano (HBM4EU).

Negli ultimi 25 anni l’ambiente, le politiche, le conoscenze, i dati, la tecnologia e l’AEA/Eionet sono cambiati e continueranno a evolversi. In questa continua crescita, innovazione e cambiamento , un solo aspetto rimane invariato: l’impegno immutabile del personale dell’Agenzia e delle sue reti a migliorare l’ambiente e quindi la qualità della vita in Europa e oltre.

Nel celebrare quest’anno il 25o anniversario dell’AEA, è con questi partner che intendiamo riflettere sui nostri contributi passati e futuri e su come, insieme, potremo accogliere al meglio i cambiamenti e contribuire a raggiungere la sostenibilità a lungo termine dell’Europa.

Ciò che lasceremo al continente non deve necessariamente essere il degrado ambientale che non siamo riusciti a fermare, ma un punto di svolta in cui avremo invertito tale tendenza al degrado adottando iniziative decisive. Quando migliaia di studenti si riversano sulle strade invitando all’azione e la maggioranza degli europei esprime la propria preoccupazione per l’ambiente e i cambiamenti climatici, è tempo di adottare misure più coraggiose.

 Hans Bruyninckx

Hans Bruyninckx

Direttore esecutivo dell’AEA

Editoriale pubblicato nel numero di giugno 2019 della newsletter AEA n° 2/2019

 

[1] Il regolamento che istituisce l’Agenzia europea dell’ambiente è stato adottato nel 1990. L’AEA è diventata operativa nel 1994.

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