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Ciononostante si assiste attualmente a una costante perdita di biodiversità, con conseguenze profonde sul mondo naturale e sul benessere umano. Le principali cause di tale perdita sono costituite dai cambiamenti degli habitat naturali dovuti ai sistemi di produzione agricola intensiva, ad attività edilizie ed estrattive, all’eccessivo sfruttamento di foreste, oceani, fiumi, laghi e suolo, all’invasione di specie esotiche, all’inquinamento e in misura sempre maggiore, al cambiamento climatico a livello mondiale. Il ruolo cruciale svolto dalla biodiversità nella sostenibilità del nostro pianeta e delle nostre vite rende la sua costante perdita ancora più problematica.
In Europa, l’attività umana ha inciso sulla biodiversità fin dai tempi della diffusione dell’agricoltura e dell’allevamento, a partire da più di 5 000 anni fa. Le rivoluzioni agricole e industriali degli ultimi 150 anni, tuttavia, hanno determinato cambiamenti drammatici e sempre più rapidi nello sfruttamento del suolo, nell’intensificazione dell’agricoltura, nell’urbanizzazione e nell’abbandono delle terre. Tutto ciò ha avuto come conseguenza il collasso di molte pratiche (ad es. i metodi agricoli tradizionali) che contribuivano a mantenere i paesaggi ricchi di biodiversità.
L’elevato consumo e la produzione di rifiuti pro capite fanno sì che il nostro impatto sugli ecosistemi si estenda ben oltre il nostro continente. Gli stili di vita europei dipendono fortemente dall’importazione di risorse e beni da ogni parte del mondo, spesso incoraggiando lo sfruttamento non sostenibile delle risorse naturali al di fuori dell’Europa.
Gli obiettivi a livello mondiale e dell’UE per porre fine e invertire la perdita della biodiversità entro il 2020 sono ambiziosi e per conseguirli sarà necessaria l’attuazione di una politica più efficace, la coordinazione tra i vari settori, metodi di gestione ecosistemica e una più profonda comprensione del valore della biodiversità.
Nonostante sia stato riconosciuto a vari livelli che l’obiettivo di arrestare la perdita di biodiversità non è ancora stato raggiunto, l’aver fissato tale obiettivo ha certamente sensibilizzato maggiormente l’opinione pubblica. Dal 2001 le politiche per far fronte alla perdita di biodiversità e gli indicatori per valutarne i progressi sono migliorati notevolmente.
La strategia dell’UE sulla biodiversità fino al 2020 rafforzerà l’integrazione delle esigenze relative alla biodiversità nell’elaborazione e nell’attuazione di politiche settoriali. Con i suoi 6 obiettivi, la strategia contempla la natura (obiettivo 1), gli ecosistemi e il loro ripristino (obiettivo 2), l’uso sostenibile della natura, delle risorse terrestri e marine dell’Europa attraverso l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca (obiettivi 3 e 4), il problema delle specie aliene (obiettivo 5) e gli impatti globali dell’UE (obiettivo 6). La strategia sulla biodiversità fino al 2020 contribuirà alla realizzazione dell’obiettivo del capitale naturale del Settimo Programma europeo d´azione per l´ambiente (7° PAA) fino al 2020, «Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta», entrato in vigore nel gennaio 2014 e che orienterà la politica ambientale europea fino al 2020. Entrambi hanno adottato la visione a lungo termine fino al 2050.
La strategia sulla biodiversità per la visione e l’obiettivo chiave
La visione
Entro il 2050, la biodiversità dell’Unione europea e i servizi ecosistemici da essa offerti – il capitale naturale dell’UE – saranno protetti, valorizzati e debitamente ripristinati per il valore intrinseco della biodiversità e per il loro fondamentale contributo al benessere umano e alla prosperità economica, nonché al fine di evitare mutamenti catastrofici causati dalla perdita della biodiversità.
L’obiettivo chiave
Porre fine alla perdita di biodiversità e alla degradazione dei servizi ecosistemici nell’UE entro il 2020 e ripristinarli nei limiti del possibile, allo stesso tempo intensificando il contributo dell’UE alla lotta contro la perdita di biodiversità a livello mondiale.
La strategia dell’UE sulla biodiversità fino al 2020 prende le mosse dall’esperienza acquisita nell’attuazione del piano d’azione dell’UE per la biodiversità del 2006 e ne rilancia le ambizioni. Inoltre la strategia é frutto e naturale prosecuzione della Convenzione sulla diversità biologica delle Nazioni Unite, che costituisce la più importante politica per la biodiversità su scala mondiale destinata a porre fine alla perdita di biodiversità e alla relativa perdita di servizi ecosistemici entro il 2020.
Nell’ottobre del 2010, 193 parti della Convenzione sulla diversità biologica, tra cui l’UE e tutti i relativi stati membri si sono riuniti in Giappone. In occasione di questa 10a riunione delle Parti della Convezione, sono stati adottati una serie di accordi storici tra cui i cosiddetti obiettivi di Aichi, che offre un quadro di riferimento per i paesi al fine di avviare importanti attività dirette a preservare, valorizzare e ripristinare la biodiversità, gli ecosistemi e i relativi servizi ecosistemici.
In quanto parte della convenzione, l’UE è tenuta a conformare la propria politica sulla biodiversità con i menzionati impegni internazionali. Quanto riferito si riflette nel 7° PAA e nel relativo obiettivo politico del 2020 e nella visione per il 2050. La visione per il 2030 definita negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite potenzia e conferma ulteriormente il processo politico, in particolare con riferimento all’integrazione degli obiettivi all’interno delle politiche settoriali.
La revisione intermedia del 2015 della strategia sulla biodiversità fino al 2020 è giunta alla conclusione che la perdita di biodiversità e la degradazione dei servizi ecosistemici nell’UE sono complessivamente peggiorati rispetto allo Scenario di riferimento della biodiversità del 2010 dell’UE. Quanto riferito è altresì confermato dalla relazione dell’AEA, L’ambiente in Europa - Stato e prospettive nel 2020. Il menzionato peggioramento è in linea con le tendenze a livello mondiale e ha gravi conseguenze sulla capacità della biodiversità di soddisfare le future esigenze dell’uomo. Mentre molti successi a livello locale dimostrano che le azioni sul campo apportano risultati positivi, è necessario che questi esempi si espandano per avere un impatto tangibile sulla tendenza negativa globale.
La politica dell’UE sulla conservazione della natura si basa su due principali atti legislativi: la direttiva Uccelli e la direttiva Habitat. Entrambe le direttive forniscono le basi per la rete Natura 2000, una rete di aree protette per la salvaguardia delle specie e degli habitat di particolare interesse europeo.
Per le acque interne e quelle marine, ci sono due rispettive direttive quadro: la direttiva quadro sulle acque e la direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino. Le direttive menzionate fissano obiettivi laddove gli elementi biotici e abiotici degli ecosistemi contribuiranno all’attuazione degli obiettivi della strategia sulla biodiversità fino al 2020 e del 7° PAA in termini di biodiversità, ecosistemi e relativi servizi.
L’AEA lavora attivamente per fornire agli amministratori e ai cittadini dell’UE dati aggiornati sulla biodiversità e gli ecosistemi in Europa. Il lavoro complessivo dell’AEA in questo settore consiste nel sostenere e orientare la definizione e l’attuazione di una politica sulla base di dati, informazioni/indicatori e valutazioni, che integrino l’analisi delle specie e degli habitat con valutazioni più ampie degli ecosistemi e dei relativi servizi.
L’AEA sostiene le direttive sulla natura sopra menzionate attraverso Reportnet e il Centro dati sulla biodiversità, e collabora a stretto contatto con la rete europea d’informazione e di osservazione in materia ambientale dell’AEA Eionet e il Centro Tematico Europeo sulla biodiversità. Tra le attività più importanti:
Occorre un ulteriore sviluppo dei sistemi informativi dell’AEA per ottemperare alle direttive sulla natura, e alle strategie sulla biodiversità dell’UE e sulla biodiversità a livello globale. In particolare, sarà ulteriormente sviluppato dall’AEA il sistema informativo europeo sulla biodiversità, che consiste in un portale web che concentra in un unico luogo le informazioni concernenti la biodiversità europea (ovvero politiche, dati e valutazioni).
Il lavoro dell’AEA proseguirà ulteriormente al fine di sviluppare indicatori e valutazioni sulla base di metodologie affidabili, tempestive e pertinenti sotto il profilo politico. Tra queste figurano le esigenze che derivano dall’analisi di efficacia delle politiche, in particolare la valutazione intermedia della strategia sulla biodiversità fino al 2020 e le valutazioni degli ecosistemi sub-globali/regionali, nonché il sostegno alle piattaforme di interfaccia tra scienza e politica a livello europeo e mondiale, ad es. la piattaforma intergovernativa per la biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES).
For references, please go to https://www.eea.europa.eu/it/themes/biodiversity/intro or scan the QR code.
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