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Riflessioni sugli obiettivi di neutralità climatica in Europa durante l’epidemia di Covid-19

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Article Pubblicato 03/04/2020 Ultima modifica 11/05/2021
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Photo: © Nathan Dumlao on Unsplash
I paesi europei stanno adottando misure drastiche per limitare l’impatto della Covid-19 sulla salute dei cittadini europei e sull’economia. Le crisi di questa portata tendono ad avere ripercussioni immediate e gravi su intere popolazioni e sull’economia. Considerando il suo potenziale in termini di effetti sui settori economici chiave, è atteso che la crisi da coronavirus riduca alcuni degli impatti delle attività economiche sull’ambiente e sul clima. Tuttavia, non è assolutamente grazie a crisi profonde e improvvise con un costo estremamente elevato per la società che l’Unione europea si è impegnata a trasformare la propria economia e a conseguire la neutralità climatica entro il 2050. Il Green Deal europeo e la recente proposta di una legge europea sul clima invocano invece una riduzione irreversibile e progressiva delle emissioni, garantendo al tempo stesso una transizione equa che sia di sostegno agli interessati.

Riduzione al minimo delle conseguenze dell’attuale crisi sanitaria

L’Europa, come il resto del mondo, si trova ad affrontare una crisi sanitaria senza precedenti, che si diffonde rapidamente in tutto il continente. I canali di informazione diffondono sistematicamente aggiornamenti sul numero di persone colpite e decedute. Le autorità europee e nazionali hanno attuato misure drastiche per limitare e rallentare la diffusione del Covid-19. Le limitazioni ai viaggi, agli spostamenti per lavoro e agli assembramenti si ripercuotono gravemente su diversi settori economici chiave; molti voli sono stati annullati, scuole, ristoranti e frontiere stanno chiudendo. Il termine «blocco» rispecchia la nuova realtà in molti paesi europei. E purtroppo, osserviamo già un numero molto elevato di vittime.

La priorità assoluta è ridurre al minimo gli effetti sulla salute dei cittadini europei e garantire alle persone colpite la migliore erogazione possibile dei servizi sanitari, seguita dall’esigenza di salvaguardare il benessere della popolazione, compresi i posti di lavoro e i mezzi di sussistenza.

Riduzioni delle emissioni e crisi improvvise come da Covid-19

In questo difficile periodo, l’AEA è stata più volte interpellata sull’impatto delle misure contro la Covid-19 sulle emissioni di gas a effetto serra dell’UE. Uno dei risultati involontari di tali improvvise crisi socioeconomiche può essere un’ulteriore riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Altri effetti, come la diminuzione temporanea dell’inquinamento atmosferico, sono stati osservati anche in alcune parti della Cina e dell’Europa (ad esempio durante il periodo di «blocco» nel Nord Italia).

È noto che l’esposizione prolungata all’inquinamento atmosferico è concausa di affezioni polmonari e cardiache croniche. Nonostante i potenziali miglioramenti a breve termine della qualità dell’aria in alcune zone, dovuti alle misure correlate al coronavirus, durante tale periodo le persone con le suddette pregresse affezioni che abbiano subito un’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico possono diventare ancora più vulnerabili.

In molti dei nostri rapporti abbiamo sottolineato il collegamento tra il risultato economico di alcuni settori e l’impatto ambientale. Si prevede che l’attuale crisi incida pesantemente sui modelli di produzione e di consumo, portando per esempio a una riduzione della domanda di mobilità, compreso il trasporto aereo internazionale e gli spostamenti di lavoro quotidiani in automobile. Tuttavia, per avere una comprensione più chiara della portata, della durata e di alcuni effetti, attesi e non, della crisi occorrerà, al termine della stessa, analizzare i dati relativi a diversi settori. L’AEA intende valutare questi collegamenti e, a tempo debito, comunicare i risultati di tale analisi.

Tuttavia, senza una trasformazione radicale dei nostri sistemi di produzione e di consumo, è altamente probabile che qualsiasi riduzione delle emissioni innescata da tali crisi economiche sia di breve durata e comporti costi estremamente elevati per la società. L’Europa mira a conseguire la neutralità climatica attraverso una riduzione graduale e irreversibile delle emissioni e il raggiungimento di obiettivi a lungo termine che permettano di dare vita a un’economia e a una società resilienti, e non mediante crisi destabilizzanti. La crisi attuale evidenzia inoltre per quale motivo abbiamo bisogno di una transizione giusta, che offra nuove opportunità e sostegno alle persone più colpite.

Neutralità climatica: un obiettivo vincolante in base al diritto dell’UE

All’inizio di questo mese, la Commissione europea ha proposto la legge europea sul clima, che mira a istituire un quadro a lungo termine, a integrazione della legislazione esistente, per conseguire la neutralità climatica nell’Unione europea entro il 2050. L’Unione europea ha già raggiunto uno degli obiettivi più ambiziosi in termini di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, con il sostegno di un pacchetto legislativo globale. Ciò che rende tale proposta unica nel suo genere consiste nel fare della neutralità climatica entro il 2050 un obiettivo giuridicamente vincolante. Una volta adottata, l’Unione europea e i suoi Stati membri saranno tenuti per legge a conformarvisi e ad adottare le misure necessarie per conseguire tale neutralità climatica.

Da trent’anni l’Unione europea riduce le emissioni di gas a effetto serra. In base all’ultima valutazione dell’AEA, nel 2018 tali emissioni nell’UE erano inferiori del 23,2 % rispetto ai livelli del 1990, ma sono necessari ulteriori sforzi e misure supplementari per raggiungere l’attuale obiettivo per il 2030, fissato come una «riduzione di almeno il 40 % rispetto ai livelli del 1990».

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Senza una trasformazione radicale dei nostri sistemi di produzione e di consumo, è altamente probabile che qualsiasi riduzione delle emissioni innescata da una tale crisi economica sia di breve durata e comporti costi estremamente elevati per la società.

L’esigenza di accelerare e ampliare la portata del cambiamento

Nonostante tali riduzioni, il rapporto «Europe’s Environment — state and outlook 2020» (L’ambiente in Europa: stato e prospettive nel 2020, SOER 2020) constata che i progressi stanno rallentando in settori quali la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e industriali, la produzione di rifiuti, il miglioramento dell’efficienza energetica e la quota di energie rinnovabili nell’offerta energetica complessiva. L’SOER 2020 conclude inoltre che per affrontare il degrado ambientale e i cambiamenti climatici dobbiamo trasformare radicalmente il modo in cui produciamo e consumiamo prodotti e servizi. Queste conclusioni confermano l’urgente necessità di accelerare e ampliare la portata della transizione nei principali sistemi, tra cui quelli dell’energia, dei prodotti alimentari e della mobilità.

È in questo contesto che viene avanzata la proposta di legge europea sul clima, che è una delle componenti fondamentali del Green Deal europeo e rende gli obiettivi dell’UE ancora più ambiziosi. La proposta prevede che la Commissione europea riveda l’attuale obiettivo per il 2030 e «valuti le opzioni per un nuovo traguardo per il 2030 di una riduzione del 50-55 % delle emissioni rispetto ai livelli del 1990». Illustra inoltre in che modo saranno valutati periodicamente i progressi verso la neutralità climatica, sulla base, tra l’altro, dei rapportidell’AEA. Oltre agli sforzi di mitigazione, la proposta prevede valutazioni periodiche delle misure di adattamento ai cambiamenti climatici.

In qualità di fonte indipendente di conoscenze, l’AEA sosterrà pienamente questi processi redigendo sistematicamente delle valutazioni dei progressi compiuti in Europa verso la neutralità climatica.

I suddetti obiettivi climatici non possono essere conseguiti senza affrontare la sfida globale in materia di sostenibilità. Mentre la Commissione europea propone altre iniziative nell’ambito del Green Deal europeo, anche per quanto riguarda l’economia circolare, la biodiversità e la finanza sostenibile, il lavoro dell’AEA si concentra su una serie di aspetti a sostegno della transizione verso la sostenibilità.

Perseguimento di obiettivi ambiziosi in tempi di crisi

Anche se conduce a significative riduzioni temporanee delle emissioni, quella dovuta alla Covid-19 è e rimarrà una grave crisi sanitaria, i cui molteplici effetti sulla nostra società non possono in alcun modo essere percepiti come forieri di esiti positivi. Nemmeno coloro tra noi che, sulla base delle proprie competenze e conoscenze, si sono fatti sentire invocando apertamente cambiamenti importanti nei nostri sistemi di produzione e di consumo dovrebbero vedere il blocco generalizzato della società come una soluzione accettabile alle sfide urgenti e sistemiche in materia di sostenibilità.

La domanda rimane: possiamo realizzare i nostri ambiziosi obiettivi negli anni a venire, quando affronteremo le conseguenze di questa grave crisi? Penso di sì. A mio avviso, una transizione socialmente equa, pianificata e attuata sul lungo periodo, è l’unica via da seguire per dare vita a una società resiliente con un’economia forte e sostenibile. Inoltre, gli investimenti che faremo per attenuare le conseguenze economiche della crisi dovrebbero e possono essere pienamente in linea con i nostri obiettivi di sostenibilità a lungo termine. Anche durante questo periodo difficile, le istituzioni europee hanno confermato il loro forte impegno verso il conseguimento degli obiettivi a lungo termine del Green Deal europeo. Tale impegno dovrà fare affidamento su partner solidi, che è esattamente ciò che l’AEA intende essere.

Hans Bruyninckx

Direttore esecutivo dell’AEA

Editoriale pubblicato nel numero di marzo 2020 della Newsletter AEA 01/2020

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