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Ridurre il costo della salute di 45 miliardi di euro dovuto all'inquinamento atmosferico causato dagli autocarri

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Press Release Pubblicato 26/02/2013 Ultima modifica 03/06/2016
Photo: © Highways Agency
I pedaggi stradali per gli automezzi pesanti (HGV o autocarri) dovrebbero rispecchiare i vari effetti sulla salute relativi all'inquinamento dovuto al traffico in diversi paesi europei. Ciò significa che i pedaggi dovrebbero essere più cari in alcuni paesi rispetto ad altri, secondo un'analisi dell'Agenzia europea dell’ambiente (AEA).

Le economie europee fanno affidamento sulle lunghe distanze per il trasporto di merci. Ma vi è anche un costo nascosto, pagato in anni di salute precaria e vite perse. ... Incorporando tali costi nel prezzo delle merci, possiamo incoraggiare metodi di trasporto più salutari e tecnologie più pulite.

Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell'AEA

Nel complesso si stima che l'inquinamento atmosferico causi 100 milioni di giorni di assenza per malattia e 350 000 morti premature in Europa. Tali effetti sulla salute hanno anche elevati costi economici – gli autori della relazione stimano che solo i costi derivanti dall'inquinamento atmosferico causato dagli automezzi pesanti dei paesi membri dell'AEA ammontano a 43-46 miliardi di euro all'anno, costituendo quasi la metà del costo di circa 100 miliardi di euro per l'inquinamento atmosferico causato dal trasporto su strada.

La direttiva Eurovignette 2011 stabilisce il modo in cui gli Stati membri dell'UE potrebbero incorporare i costi sanitari derivanti dall'inquinamento atmosferico in una struttura di pedaggio per grandi strade e autostrade. La direttiva afferma che le entrate derivanti da tali progetti dovrebbero essere investite in trasporti sostenibili. Tuttavia, l'applicazione dei diritti di utenza stradale dipende da una decisione dei singoli paesi.

Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell'AEA, afferma che: “Le economie europee fanno affidamento sulle lunghe distanze per il trasporto di merci. Ma vi è anche un costo nascosto, pagato in anni di salute precaria e vite perse. Tale costo è particolarmente elevato per coloro che vivono lungo le maggiori vie di trasporto europee. Incorporando tali costi nel prezzo delle merci, possiamo incoraggiare metodi di trasporto più salutari e tecnologie più pulite.”

La relazione rileva che, mentre l'inquinamento atmosferico è diminuito in modo significativo negli ultimi anni, esso costituisce ancora un problema in alcune parti d'Europa, in cui gli automezzi pesanti possono essere un fattore importante. Il gasolio, utilizzato dalla maggior parte degli automezzi pesanti, provoca più inquinamento atmosferico per chilometro rispetto ad altri combustibili come la benzina. Le emissioni di scarico provenienti dai motori a gasolio sono state recentemente etichettate come cancerogene dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro.

Gli automezzi pesanti sono responsabili del 40-50% dell'inquinamento da ossido di azoto (NOx) proveniente dal trasporto stradale in paesi coperti dall'AEA. Nella relazione vengono presi in considerazione sia il NOx che il materiale particolato sottile (PM2.5), dato che questi possono provocare malattie respiratorie, malattie cardiovascolari e altri problemi di salute.

Stessi inquinanti, diversi costi sanitari

La relazione evidenzia che il costo dell'inquinamento atmosferico dovuto ad automezzi pesanti è fino a 16 volte maggiore in alcuni paesi europei rispetto ad altri.

Il costo medio dell'inquinamento proveniente da un autocarro Euroclass III da 12-14 tonnellate è più alto in Svizzera e ammonta a quasi € 0,12 per chilometro. I costi sono elevati anche in Lussemburgo, in Germania, in Romania, in Italia e in Austria e ammontano a circa € 0,08/km. Ciò è dovuto al fatto che gli inquinanti provocano più danni dove vi è una densità di popolazione maggiore o in regioni senza sbocchi sul mare e aree montuose in cui l'inquinamento non può essere disperso così facilmente.

All'estremo opposto, lo stesso autocarro che viaggia a Cipro, Malta e in Finlandia provoca un danno di circa mezzo centesimo di euro per chilometro.

In alcune regioni il costo è inoltre molto maggiore rispetto ad altre. Zurigo in Svizzera, Bucarest in Romania, Milano in Italia, la valle della Ruhr in Germania e Barcellona in Spagna hanno alcuni dei costi sanitari più elevati rispetto ad altre grandi aree urbane.

I calcoli dimostrano che gli autocarri più nuovi avrebbero un impatto minore e pertanto un costo inferiore. Gli autocarri Euroclass IV, che sono vecchi fino a sei anni, o Euroclass V, vecchi fino a tre anni, provocherebbero il 40-60% di costi esterni in meno sugli stessi corridoi di trasporto. La relazione afferma che far pagare alle compagnie di trasporto i costi esterni dell'inquinamento atmosferico incentiverebbe tecnologie più nuove e più pulite.

Il progetto creerebbe, inoltre, condizioni di parità, con l'internalizzazione dei costi che il trasporto su strada impone attualmente al resto della società. Gli effetti positivi di tale progetto sono stati notati in Svizzera dopo che il paese ha adottato una legislazione simile.

Contesto

L'analisi dell'AEA tenta di fissare la complessità delle diverse influenze geografiche sull'inquinamento atmosferico in Europa. La relazione comprende i costi medi dell'inquinamento per 66 differenti classi di veicoli, ciascuno con un costo stimato su tre diverse tipologie di strada (suburbana, interurbana e autostrade) in 30 paesi e 108 città. Le stime del costo per chilometro, che dipendono dal veicolo e da ciò che lo circonda, variano da praticamente nulla a oltre 30 centesimi di euro al km per un autocarro non-Euroclass vecchio più di 20 anni.

Gli Stati membri dell'UE devono riferire alla Commissione entro ottobre di quest'anno il modo in cui realizzeranno il pedaggio stradale, se del caso. I dati dettagliati comunicati dall'AEA sono destinati ad aiutare gli Stati membri a decidere circa progetti individuali.

Il costo elevato dell'inquinamento atmosferico è in linea con un'analisi dell'AEA del 2011, la quale dimostra che l'inquinamento atmosferico derivante da grandi impianti industriali è costato all'Europa tra 102 e 169 miliardi di euro nel 2009 in termini di vite perse, salute precaria, danni alle colture e altre perdite economiche. Nei prossimi mesi l'AEA pubblicherà un aggiornamento su questa relazione con dati più recenti.

 

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