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Inquinamento atmosferico: necessarie misure più incisive per affrontare i danni

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Notizie Pubblicato 05/12/2016 Ultima modifica 26/04/2018
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L’inquinamento atmosferico ha effetti significativi sulla salute dei cittadini europei, in particolare nelle aree urbane. Questo è il risultato di un nuovo rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA). Malgrado un lento miglioramento della qualità dell’arial’inquinamento atmosferico rimane, in Europa, il principale pericolo di origine ambientale per la salute, provocando malattie che incidono negativamente sulla qualità della vita e causando, secondo le stime, 467 000 decessi prematuri ogni anno.

«Grazie alla riduzione delle emissioni, in Europa la qualità dell’aria è migliorata, ma non in misura sufficiente a evitare danni inaccettabili alla salute umana e all’ambiente. Dobbiamo affrontare le cause profonde dell’inquinamento atmosferico con una trasformazione fondamentale e innovativa dei nostri sistemi energetico, alimentare e di mobilità».  

Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’AEA

Nel documento «Air quality in Europe — 2016 report» (Qualità dell’aria in Europa: rapporto 2016) l’AEA presenta una panoramica e un’analisi aggiornate della qualità dell’aria in Europa dal 2000 al 2014 basate sui dati delle stazioni di monitoraggio ufficiali di tutta Europa considerando oltre 400 città. Secondo i risultati, nel 2014 circa l’85 % della popolazione urbana dell’UE è stata esposta a livelli di particolato fine (PM2,5) ritenuti dannosi per la salute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il particolato fine può causare o aggravare le malattie cardiovascolari, l’asma e il tumore ai polmoni.

Sulla base dei dati relativi al 2013, il rapporto fornisce inoltre nuove stime (1) degli effetti sulla salute riconducibili agli inquinanti atmosferici più dannosi. In tale anno l’esposizione al PM2,5 ha causato circa 467 000 decessi prematuri in 41 paesi europei. All’interno dell’Unione Europea si sono registrate oltre 430 000 morti premature. Secondo le stime l’esposizione al biossido di azoto (NO2) e quella all’ozono troposferico (O3) hanno provocato rispettivamente circa 71 000 e 17 000 decessi prematuri in Europa.

«Grazie alla riduzione delle emissioni, in Europa la qualità dell’aria è migliorata, ma non in misura sufficiente a evitare danni inaccettabili alla salute umana e all’ambiente» ha affermato Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’AEA. «Dobbiamo affrontare le cause profonde dell’inquinamento atmosferico con una trasformazione fondamentale e innovativa dei nostri sistemi energetico, alimentare e di mobilità. Questo processo richiede il contributo di tutti: autorità pubbliche, imprese, cittadini e mondo della ricerca».

Karmenu Vella, Commissario Europeo per l’Ambiente, gli affari marittimi e la pesca, ha espresso un grande apprezzamento per il rapporto e ha aggiunto: «Il rapporto odierno dell’AEA sulla qualità dell’aria ci ricorda che questo tema deve rimanere fra le priorità dell’agenda politica. La Commissione Europea si sta adoperando in tal senso, impegnandosi ad assicurare un miglioramento della qualità dell’aria. Uno dei modi per contribuirvi è facilitare la collaborazione tra le amministrazioni pubbliche ai diversi livelli. Molti dei punti critici individuati si trovano nelle aree urbane. È quindi chiaro che le amministrazioni locali e regionali hanno un ruolo fondamentale per trovare soluzioni. Spero che questa settimana il Parlamento Europeo esprima un voto positivo sugli impegni di riduzione formulati nella nuova direttiva sui limiti nazionali di emissione. In questo modo si forniranno orientamenti per i soggetti coinvolti a livello nazionale e locale».

Il rapporto evidenzia, inoltre, che la qualità dell’aria è migliorata nel corso degli anni. Nel corso del periodo 2000-2014, nelle località monitorate,  il livello medio annuo di PM10 è calato nel 75 %. Analogamente, in media, le concentrazioni di PM2,5 sono diminuite tra il 2006 e il 2014 in corrispendenza di tutti i tipi di stazioni (aree urbane, zone di traffico, siti di fondo urbano, ecc.). Inoltre, è diminuita nel corso degli anni l’esposizione a livelli di PM superiori alle raccomandazioni dell’OMS.

Altri risultati chiave

  • Nel 2014 il 16 % della popolazione urbana dell’UE-28 è stato esposto a livelli di PM10 superiori al valore limite giornaliero UE, mentre l’8 % è stato esposto a livelli di PM2,5 più alti del valore obiettivo UE. Tuttavia, rispetto ai valori più restrittivi degli orientamenti per la qualità dell’aria fissati dall’OMS per la protezione della salute umana, circa il 50 % e l’85 % degli abitanti delle città sono stati esposti a concentrazioni di PM10 e PM2,5 al di sopra di quelle raccomandate dall’OMS.
  • L’NO2 colpisce direttamente il sistema respiratorio, ma contribuisce anche alla formazione di PM e O3. Nel 2014 il 7 % della popolazione urbana nell’UE-28 è stato esposto a concentrazioni di NO2 superiori ai valori limite (identici) fissati dall’OMS e dall’UE; il 94 % dei superamenti era riconducibile al traffico.
  • Le emissioni di PM2,5 derivanti dalla combustione di carbone e biomassa in ambito domestico e negli edifici a uso commerciale e istituzionale non sono diminuite in misura significativa. Per ridurre queste emissioni è essenziale attuare pienamente misure quali le recenti modifiche alla direttiva sulla progettazione ecocompatibile per le caldaie domestiche e la direttiva sugli impianti di combustione di medie dimensioni, oltre a fornire suggerimenti ai cittadini sulle buone pratiche da osservare per la combustione in ambito domestico, ecc.
  • Le emissioni di ammoniaca (NH3) derivanti dall’agricoltura restano elevate e contribuiscono in particolare a livelli sostenuti di PM e a vari picchi di particolato in Europa.
  • L’inquinamento atmosferico continua a danneggiare la vegetazione e gli ecosistemi. In tale contesto gli inquinanti più dannosi sono l’O3, l’NH3 e l’NOx.

Revisione della direttiva sui limiti nazionali di emissione

A seguito dell’accordo politico raggiunto durante il Consiglio Europeo tenutosi nel giugno di quest’anno, questa settimana è prevista la votazione formale del Parlamento Europeo sulla revisione della direttiva sui limiti nazionali di emissione (NEC). Successivamente gli Stati Membri dovranno confermare l’assenso alla direttiva rivista entro la fine del 2016. La proposta legislativa stabilirà nuovi impegni nazionali di riduzione delle emissioni applicabili dal 2020 e 2030 per SO2, NOx, NMVOC, NH3 e PM2,5, che aiuteranno gli Stati Membri negli sforzi volti a migliorare la qualità dell’aria.

(1) Ai fini del calcolo di queste stime si tiene conto di numerose variabili fra cui la densità ed esposizione della popolazione, i dati complessivi sulla mortalità e le variazioni demografiche come l’invecchiamento. Possono variare da un anno all’altro.

Link

 

 EU urban population exposed to harmful levels of air pollutants in 2012 -2014

Fonte: AEA, 2016

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