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Gas a effetto serra dell'UE nel 2011: un maggior numero di paesi è sulla buona strada per conseguire gli obiettivi di Kyoto; le emissioni scendono del 2,5 %

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Press Release Pubblicato 19/10/2012 Ultima modifica 03/06/2016
Photo: © Martini DK
Le emissioni di gas a effetto serra nell'Unione Europea (UE) sono scese, in media, del 2,5 % dal 2010 al 2011, nonostante numerosi paesi abbiano aumentato le emissioni. Pressoché tutti i paesi europei sono, a livello singolo, sulla buona strada per adempiere ai propri impegni nell'ambito del protocollo di Kyoto rispetto allo scorso anno, secondo due relazioni pubblicate oggi dall'Agenzia europea dell'ambiente (AEA).

L'Unione europea nel complesso conseguirà, ben oltre le aspettative, i propri obiettivi di Kyoto ... Sono stati compiuti progressi considerevoli dal 1997, ma tutti gli Stati membri devono adempiere ai propri piani.

Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell'AEA

La relazione "Approximated EU greenhouse gas inventory: early estimates for 2011" (inventario non esaustivo dei gas a effetto serra UE: stime preliminari per il 2011) presenta le stime preliminari delle emissioni di gas a effetto serra dell'anno precedente e fornisce un contributo fondamentale alla relazione "Greenhouse gas emission trends and projections in Europe 2012" (tendenze e proiezioni delle emissioni di gas a effetto serra in Europa 2012), che valuta i progressi realizzati rispetto agli impegni assunti dall'UE nell'ambito del protocollo di Kyoto.

"L'Unione europea nel complesso conseguirà, ben oltre le aspettative, i propri obiettivi di Kyoto", ha affermato Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell'AEA. "Tra un paio di mesi ci troveremo alla fine del primo periodo di impegno nell’ambito del protocollo di Kyoto. Sono stati compiuti progressi considerevoli dal 1997, ma tutti gli Stati membri devono adempiere ai propri piani. Per gli Stati membri dell'UE che non hanno raggiunto i propri obiettivi tramite la riduzione delle emissioni nazionali, i meccanismi flessibili del protocollo di Kyoto restano disponibili fino al 2015."

Riduzioni delle emissioni nel 2011

Secondo le stime dell'AEA, le maggiori riduzioni di emissioni relative dal 2010 al 2011 sono state registrate in paesi con quote medio-basse di emissioni totali di gas a effetto serra nell'UE: il 13 % a Cipro e a seguire l'8 % in Belgio, Finlandia e Danimarca. Il Regno Unito ha compiuto i maggiori tagli delle emissioni in termini assoluti, con una riduzione di 36 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (Mt CO2 eq.) nel 2011, ovvero il 6 %; seguono la Francia (24 Mt CO2 eq., 5 %) e la Germania (17 Mt CO2 eq., 2 %).

Nove Stati membri dell'UE hanno aumentato le emissioni tra il 2010 e il 2011. La Bulgaria ha aumentato le emissioni dell'11 %, la Lituania del 3 % e la Romania del 2 %. Tuttavia, nel complesso, tali paesi hanno effettuato alcuni dei tagli più profondi nelle emissioni dal 1990.

Sebbene i fattori economici abbiano avuto un ruolo significativo in alcuni paesi, si può osservare che l'economia dell'UE è aumentata globalmente dell'1,5 %, mentre le emissioni sono diminuite del 2,5 %. La maggior parte dei paesi che registrano i più profondi tagli delle emissioni è stata protagonista di una crescita positiva nel 2011.

Nella maggior parte dei paesi l'inverno caldo è stato un fattore chiave per il taglio delle emissioni nel 2011, poiché la richiesta di combustibili fossili per il riscaldamento è stata minore rispetto agli anni precedenti. Il settore residenziale e commerciale, in gran parte al di fuori dell'ambito di applicazione del sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (ETS), ha contributo maggiormente alla diminuzione delle emissioni nell'Unione europea.

Tali dati dell'AEA saranno ulteriormente accorpati, entro la metà del 2013, all'inventario dei gas a effetto serra dell'Unione europea. L'inventario consentirà di effettuare un'analisi dettagliata delle tendenze delle emissioni negli Stati membri dell'UE.

I paesi europei si avvicinano agli obiettivi di Kyoto

Le emissioni che non rientrano nel sistema ETS sono importanti, poiché i cambiamenti in tali settori esclusi dallo scambio sono determinanti per il conseguimento degli obiettivi dei paesi. Le emissioni globali derivanti dai settori economici dell'UE non disciplinati dal sistema ETS sono state ridotte di circa il 3,0 %, mentre le emissioni rientranti nell'ambito del sistema ETS sono state tagliate dell'1,8 % nel 2011. Nei 15 Stati membri con un impegno comune nell'ambito del protocollo di Kyoto (UE-15), le emissioni di gas a effetto serra provenienti dai settori esclusi dallo scambio sono diminuite rapidamente del 3,8 % tra il 2010 e il 2011. Tale riduzione delle emissioni, insieme ai contributi previsti provenienti dai depositi di carbonio e dai meccanismi flessibili del protocollo di Kyoto, conferma che l'UE-15 è sulla giusta strada per il conseguimento, ben oltre le aspettative, degli obiettivi di riduzione dell'8 % di Kyoto. Tuttavia, affinché tale obiettivo sia conseguito, è anche necessario che tutti i paesi raggiungano i singoli obiettivi.

Con i tetti massimi di emissione già stabiliti per i settori economici nell'ambito del sistema ETS, le riduzioni delle emissioni per i settori economici che non rientrano nel sistema ETS nel 2012, insieme ai contributi provenienti dai depositi di carbone, determineranno, in ultima istanza, quanti crediti Kyoto dovranno acquisire gli Stati membri per raggiungere i propri singoli obiettivi al massimo entro i primi mesi del 2015. Una delle relazioni dell'AEA mostra che alcuni Stati membri non hanno ancora sviluppato piani adeguati in merito a tali acquisizioni (Italia), mentre altri devono adempiere a piani già esistenti (in particolare Austria, Belgio, Portogallo e Spagna).

Progressi verso gli obiettivi per il 2020

L'UE ha adottato una legislazione volta a ridurre i gas a effetto serra del 20 % tra il 1990 e il 2020. Gli ultimi dati mostrano che le emissioni nell'UE sono diminuite del 16,5 % e che l'Unione è sulla buona strada per conseguire tale obiettivo. Se si esclude l'aviazione internazionale, come nel caso degli impegni relativi al protocollo di Kyoto, le emissioni nell'UE sono diminuite del 17,5 % dal 1990.

Le proiezioni degli Stati membri suggeriscono che, con le attuali politiche e misure in atto, le emissioni dell'UE continueranno a diminuire fino a raggiungere il 19 % al di sotto dei livelli del 1990 nel 2020. Meno della metà degli Stati membri dell'UE prevede che, unicamente grazie alle attuali misure nazionali, i propri livelli di emissione scenderanno al di sotto del proprio singolo obiettivo per il 2020. Anche se le opzioni di flessibilità concesse nell'ambito dell'Effort Sharing Decision (decisione sulla condivisione dello sforzo) potrebbero permettere agli Stati membri di rimanere sulla via del conseguimento dei traguardi, la maggior parte degli Stati membri necessita di intensificare le proprie iniziative volte a ridurre le emissioni di gas a effetto serra, accelerando l'attuazione di quelle politiche e misure aggiuntive già pianificate.

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