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Previsto un aumento delle emissioni di gas a effetto serra nell’UE per il 2010 ma, sul lungo periodo, si confida su un prosieguo della riduzione

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Press Release Pubblicato 07/10/2011 Ultima modifica 03/06/2016
Photo: © Jono Brennan
L’Unione europea è ancora sulla buona strada per conseguire l’obiettivo fissato dal protocollo di Kyoto di ridurre le proprie emissioni di gas a effetto serra, nonostante un aumento delle stesse del 2,4 % nel 2010, stando alle prime stime dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA). L’aumento del 2010 segue un calo del 7 % nel 2009, dovuto principalmente alla recessione economica e all’incremento della produzione di energie rinnovabili.

Molte politiche hanno contribuito attivamente a ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Oltre alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica, anche gli sforzi volti a ridurre l’inquinamento delle acque provocato dall’attività agricola hanno favorito la riduzione delle emissioni. Questo dimostra che, considerando sistematicamente gli effetti climatici derivanti da diverse politiche, possiamo continuare a favorire tale riduzione.

Professoressa Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell’AEA

L’AEA ha pubblicato oggi la sua analisi più recente sull’andamento tendenziale delle emissioni di gas a effetto serra nell’UE. L’analisi è suddivisa in tre relazioni che, insieme, offrono uno studio dei livelli di emissione registrati dal 1990 nella prospettiva di una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE per il 2020 e oltre. Le relazioni illustrano inoltre i progressi compiuti nella realizzazione degli obiettivi del protocollo di Kyoto, le stime preliminari dei livelli di emissioni del 2010 e un’analisi dei fattori all’origine delle emissioni dal 1990. Nel complesso, le emissioni all’interno dell’UE sono diminuite del 15,5 %.

Le emissioni dell’UE-15 sono state inferiori rispetto ai livelli dell’anno di riferimento, attestandosi a una percentuale del 10,7 %, che è nettamente più bassa dell’obiettivo collettivo di riduzione fissato all’8% per il periodo compreso tra il 2008 e il 2012. Tuttavia, dei 15 Stati membri dell’UE accomunati da un impegno comune assunto nel quadro del protocollo di Kyoto (UE-15), alla fine del 2010 l’Austria, l’Italia e il Lussemburgo non erano ancora riuscite a realizzare gli obiettivi previsti dal protocollo.

Proiettandosi nel 2020, è necessario che gli Stati membri dell’UE attuino le misure previste per assolvere all’impegno unilaterale dell’Unione volto a ridurre le emissioni del 20 %. Questo impegno prelude a riduzioni consistenti delle emissioni che, a lungo termine, risultano indispensabili per lo sviluppo di un’economia a basse emissioni di carbonio.

“Molte politiche hanno contribuito attivamente a ridurre le emissioni di gas a effetto serra”, ha affermato la professoressa Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell’AEA. “Oltre alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica, anche gli sforzi volti a ridurre l’inquinamento delle acque provocato dall’attività agricola hanno favorito la riduzione delle emissioni. Questo dimostra che, considerando sistematicamente gli effetti climatici derivanti da diverse politiche, possiamo continuare a favorire tale riduzione.”

Risultati principali

  • Le prime stime per il 2010 segnalano un incremento del 2,4 % delle emissioni di gas a effetto serra nell’UE rispetto al 2009 (con un margine di errore pari a +/- lo 0,3 %), dovuto alla ripresa economica verificatasi in molti paesi, nonché a un maggiore fabbisogno di riscaldamento generato da un inverno più rigido. Tuttavia, il passaggio dal carbone al gas naturale e la crescita sostenuta della produzione di energie rinnovabili hanno consentito di arginare l’aumento di queste emissioni.
  • Nell’UE-15, le emissioni sono diminuite del 10,7 % rispetto ai livelli dell’anno di riferimento (nella maggior parte dei casi costituito dal 1990), attestandosi ben al di sotto dell’obiettivo collettivo di riduzione fissato all'8 %. I paesi che risultano indietro nel raggiungimento dei propri obiettivi (ossia Austria, Italia e Lussemburgo) devono compiere maggiori sforzi per garantire il rispetto degli impegni assunti, contribuendo a ridurre sempre più le emissioni di gas a effetto serra oppure basandosi maggiormente sui meccanismi flessibili del protocollo di Kyoto.
  • I paesi membri dell’AEA e i paesi cooperanti che non appartengono all’UE e che hanno accettato l’obiettivo di Kyoto erano in linea con l’obiettivo alla fine del 2009, tranne il Liechtenstein e la Svizzera. Per raggiungere il proprio obiettivo, la Svizzera ha già deciso di ricorrere maggiormente ai meccanismi flessibili.
  • I provvedimenti adottati in settori non coperti dal sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (EU ETS), quale quello residenziale, dei trasporti o dei rifiuti risulteranno particolarmente importanti per il raggiungimento degli obiettivi nazionali fissati per il 2020 in virtù del pacchetto UE clima ed energia del 2009.
  • L’analisi dell’AEA sull’andamento tendenziale dimostra che le emissioni di gas a effetto serra sono state fortemente influenzate dallo sviluppo economico degli ultimi venti anni. Ciononostante, le ultime tendenze descritte nell’analisi segnalano anche gli effetti positivi delle politiche dell’UE sull’andamento tendenziale delle emissioni.

Note per i redattori

Le tre relazioni pubblicate oggi dall’AEA presentano una panoramica generale degli sviluppi passati e futuri delle emissioni di gas a effetto serra in Europa:

  • la relazione tecnica dell’AEA “Approximated EU GHG inventory: Early estimates for 2010” (“Inventario sommario dei gas a effetto serra dell’UE: prime stime per il 2010”) presenta le prime cifre relative alle emissioni di gas a effetto serra registrate all’interno dell’UE nel 2010, successivamente alla pubblicazione della versione consolidata contenente i dati sulle emissioni del 2009 avvenuta nel mese di giugno. I dati definitivi relativi al 2010 saranno resi disponibili a maggio 2012, dopo la presentazione dell’inventario sui gas a effetto serra dell’UE alla UNFCCC;
  • la relazione dell’AEA “Tracking progress towards Kyoto protocol and 2020 targets in Europe” (“Esame dei progressi compiuti nel quadro del protocollo di Kyoto, nonché degli obiettivi fissati per il 2020”) analizza i progressi attesi o già compiuti da parte dei paesi europei per quanto concerne gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. L’analisi dell’AEA conferma i contenuti della relazione della Commissione in materia, anch’essa pubblicata oggi;
  • la relazione dell’AEA “Greenhouse gas emissions in Europe: a retrospective trend analysis for the period 1990–2008” (“Emissioni di gas a effetto serra in Europa: analisi retrospettiva delle tendenza per il periodo 1990–2008”) offre una panoramica generale dei fattori responsabili delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE dal 1990, ponendo particolare attenzione all’impatto delle politiche dell’UE.

Contesto degli impegni relativi alla riduzione delle emissioni all’interno dell’UE

Nell’ambito del protocollo di Kyoto, i paesi dell’UE-15 si sono assunti l’impegno comune di ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell’’8% in media tra il 2008 e il 2012, rispetto alle emissioni dell’ “anno di riferimento”(solitamente il 1990). Tranne Cipro e Malta, tutti i paesi appartenenti all’UE-12 si prefiggono obiettivi nazionali volti a ridurre le emissioni nell’ambito del protocollo di Kyoto, mentre l’insieme dei 27 Stati membri dell’UE (UE-27) non ha alcun obiettivo comune ai sensi di detto protocollo. Pertanto, per l’UE-27 non esiste un anno di riferimento in base al quale confrontare le variazioni nei livelli delle emissioni. Queste variazioni risultano tuttavia pertinenti per l’UE-27 nella misura in cui c’è l’impegno a ridurre entro il 2020 le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 20% (o persino del 30% se le condizioni lo permettono) rispetto al 1990. Questo obiettivo rappresenta anche uno degli obiettivi quantitativi della strategia Europa 2020.

L’Agenzia europea dell’ambiente (AEA)

L’AEA ha sede a Copenaghen. L’agenzia ha lo scopo di contribuire a un miglioramento significativo e misurabile dell’ambiente in Europa, fornendo informazioni tempestive, mirate, pertinenti e affidabili ai responsabili delle politiche e al pubblico.

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