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I paesi candidati all'adesione stanno adottando gli stessi modelli non sostenibili di trasporto dell'UE

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Press Release Pubblicato 03/12/2002 Ultima modifica 28/06/2016
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I 13 paesi candidati all'adesione all'Unione europea stanno rapidamente adottando modelli di trasporto non sostenibili riscontrati nell'UE, in virtù dell'aumentato uso del trasporto su strada, a discapito di quello ferroviario, nonché della ripresa economica che determina un aumento dei volumi di traffico.

COMUNICATO STAMPA


Copenaghen, 3 dicembre 2002


I paesi candidati all'adesione stanno adottando gli stessi modelli non sostenibili di trasporto dell'UE


I 13 paesi candidati all'adesione all'Unione europea stanno rapidamente adottando modelli di trasporto non sostenibili riscontrati nell'UE, in virtù dell'aumentato uso del trasporto su strada, a discapito di quello ferroviario, nonché della ripresa economica che determina un aumento dei volumi di traffico.


E' questo il messaggio principale contenuto nella nuova relazione dell'Agenzia europea dell'ambiente (AEA), intitolata Paving the way for EU enlargement: Indicators of transport and environment integration (Preparando la strada all'allargamento dell'UE: indicatori di integrazione fra le politiche ambientali e dei trasporti).


La relazione analizza i progressi compiuti nel settore dei trasporti in materia di applicazione del principio di integrazione delle politiche ambientali, sancito dai responsabili dell'UE durante il vertice di Cardiff del 1998.


In base ad una serie di indicatori che forniscono informazioni sull'avvenuto come pure sul mancato - progresso, la relazione mostra come le attuali tendenze in atto nei paesi dell'Unione europea e in quelli prossimi all'adesione si stiano allontanando dagli obbiettivi ambientali stabiliti all'interno delle politiche relative a trasporti e sviluppo sostenibile.


Tali tendenze determinano la necessità di spezzare lo stretto legame esistente fra crescita economica ed espansione della rete dei trasporti nonché di stabilire, entro il 2010, una ripartizione modale -ovvero una ripartizione delle quote di mercato relative alle diverse modalità di trasporto- ai livelli del 1998, e quindi reindirizzare il traffico attualmente su strada verso la rete ferroviaria e le vie navigabili interne.


La relazione mostra, ad esempio, che nei paesi dell'UE e in quelli candidati all'adesione il consumo di energia dovuto ai trasporti e le relative emissioni di gas serra sono in rapido aumento, principalmente a causa dell'aumentatotraffico su strada.


Un altro indicatore segnala che l'occupazione del suolo da parte delle infrastrutture dei trasporti è anch'essa in aumento, accentuando le pressioni sulle aree naturali protette.


Nei paesi candidati all'adesione, le pressioni sull'ambiente dovute ai trasporti sono ancora a un livello inferiore rispetto a quelle presenti nei paesi UE, ma questa posizione di vantaggio sta cambiando velocemente:

  • il volume di traffico nei paesi candidati all'adesione, dopo una riduzione significativa dovuta alla recessione economica dei primi anni Novanta, è ora nuovamente in aumento, in seguito alla ripresa delle economie nazionali. Nel 1999, il volume era quasi tornato ai livelli del 1990, secondo una tendenza che stando alle previsioni dovrebbe continuare.
  • La quota ferroviaria del trasporto merci e passeggeri resta ben al di sopra dei livelli UE, ma le infrastrutture complessive nei paesi candidati all'adesione si stanno evolvendo verso un sistema orientato al traffico su strada. Ciò renderà più difficile mantenere una quota di mercato sostanziale per il trasporto ferroviario.
  • Nei paesi candidati all'adesione i livelli pro capite di consumo energetico e di emissioni di gas serra dovute al settore dei trasporti sono tre o quattro volte inferiori rispetto ai livelli raggiuntinei paesi dell'UE; tuttavia sono in rapido aumento come in questi ultimi.
  • Le reti stradale e ferroviaria sono meno fitte che nell'UE, provocando una minore frammentazione del territorio, anche se negli ultimi dieci anni l'estensione della rete stradale è quasi raddoppiata.

Una nota positiva è costituita dal fatto che, nei paesi candidati all'adesione, le emissioni atmosferiche di alcuni inquinanti, diminuite all'inizio degli anni Novanta, si sono poi stabilizzate nella seconda metà del decennio, malgrado l'aumento del volume di traffico e grazie alla modernizzazione del parco veicoli e alla migliorata qualità dei combustibili.


Tuttavia le popolazioni urbane restano esposte a livelli di inquinamento da traffico e altre fonti che ne mettono a rischio la salute, sebbene la qualità dell'aria stia generalmente migliorando in tutta Europa.


Come afferma Gordon McInnes, direttore esecutivo ad interim dell'AEA:


"Le analisi mostrano che la sfida più grande per i paesi candidati all'adesione sta nella capacità di mantenere alcuni vantaggi che ancora hanno in campo ambientale e dei trasporti nei confronti dei paesi dell'UE, rispondendo nel contempo all'esigenza della società di migliorare gli standard di vita e la conseguente esigenza di incremento della mobilità."


"Perdere una simile occasione sarebbe estremamente deplorevole. Le tendenze attuali dei paesi candidati all'adesione sono peraltro preoccupanti. Il consiglio dei ministri dei trasporti dell'UE ha dunque invitato questi paesi ad adottare il principio comunitario dell'integrazione delle politiche ambientali, ma resta ancora molto da fare affinché tale invito si traduca in azioni concrete."


I messaggi chiave contenuti nella relazione sono allegati al presente comunicato.


La relazione è disponibile, per intero e in sintesi, sul sito Web dell'AEA, all'indirizzo http://reports.eea.europa.eu/environmental_issue_report_2002_24. Dal mese prossimo, saranno disponibili copie di stampa su richiesta.


Note per i redattori


- I paesi candidati all'adesione sono: Bulgaria, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Romania, Slovenia e Ungheria. Ai fini della presente relazione, anche la Turchia, paese candidato ad entrare nell'Unione europea, viene considerato come prossimo all'adesione.

- La relazione, nota anche come TERM 2002, è il terzo prodotto dal meccanismo di comunicazione in materia di trasporti e ambiente (TERM), ma il primo a includere i paesi candidati all'adesione. TERM è diretto congiuntamente dall'AEA, da Eurostat (l'Ufficio statistico della Commissione europea) e dalle direzioni generali della Commissione di Energia e trasporti e dell'Ambiente.


L'AEA in breve


L'Agenzia europea dell'ambiente è la fonte principale delle informazioni utilizzate dall'Unione europea e dai suoi Stati membri per lo sviluppo di politiche ambientali. L'Agenzia intende promuovere lo sviluppo sostenibile e contribuire ad un miglioramento significativo e misurabile dell'ambiente europeo tramite informazioni tempestive, mirate, pertinenti e affidabili dirette ai responsabili decisionali e all'opinione pubblica. Istituita dall'Unione europea nel 1990 e operante a Copenaghen dal 1994, l'AEA è il fulcro della rete europea di informazione e osservazione ambientale (EIONET): una rete composta da circa 300 organismi in tutta Europa attraverso i quali essa raccoglie e divulga informazioni e dati in materia di ambiente.


L'Agenzia, che è aperta a tutte le nazioni che ne condividono gli obiettivi, conta attualmente 29 paesi membri, ossia i 15 Stati membri dell'UE, l'Islanda, la Norvegia e il Liechtenstein, che fanno parte dello Spazio economico europeo, e 11 dei 13 paesi candidati all'adesione - Bulgaria, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Romania, Slovenia e Ungheria. La loro adesione fa sì che l'AEA sia il primo organismo dell'Unione ad accogliere i paesi candidati. Si prevede che i due paesi candidati restanti, Polonia e Turchia, ratificheranno gli accordi di adesione nei prossimi mesi, il che porterà a 31 il numero dei paesi membri dell'Agenzia. Sono anche in corso trattative di adesione con la Svizzera, la quale non è un membro dell'UE.


Allegato


Messaggi chiave


Il funzionamento del settore dei trasporti sta migliorando in relazione alla salvaguardia dell'ambiente?

Il consumo di energia dovuto ai trasporti è in rapido aumento, principalmente come conseguenza dello sviluppo del trasporto su strada.
Le emissioni atmosferiche di CO2 dovute ai trasporti nei paesi candidati all'adesione (in seguito paesi candidati), diminuite drasticamente all'inizio degli anni Novanta, stanno ora aumentando insieme ai volumi di traffico.
Le emissioni di inquinanti atmosferici dovute ai trasporti nei paesi candidati sono diminuite drasticamente negli anni Novanta e da allora si sono stabilizzate.
L'occupazione del suolo da parte di infrastrutture adibite ai trasporti è in aumento.
La frammentazione del territorio nei paesi candidati è inferiore a quella dei paesi dell'UE, pur aumentando con lo sviluppo delle infrastrutture.
L'estensione delle reti di infrastrutture sta aumentando la pressione sulle aree naturali protette.
Il numero di incidenti mortali su strada, diminuito nei paesi candidati all'inizio degli anni Novanta, si sta attualmente attestando intorno ai 21 000 l'anno.
Il numero di scarichi illegali di greggio dalle imbarcazioni rimane stabile nel Mar Baltico, mentre non si hanno informazioni sul numero di scarichi nel Mar Nero.
E' previsto un aumento significativo dei veicoli in rottamazione e dei pneumatici usati.

Stiamo progredendo nella gestione della domanda di trasporti e nel miglioramento della ripartizione modale?

Nei paesi candidati, l'intensità del trasporto merci (tonnellata trasportata x km per unità di attività economica) è attualmente in calo, ma si attesta ancora su una media cinque volte più elevata di quella dell'UE.
Il trasporto merci nei paesi candidati si sta spostando sulla rete stradale, ma la quota ferroviaria è ancora molto più elevata che nell'UE.
Nei paesi candidati il trasporto passeggeri è in aumento, ma non ci sono dati sufficienti per quantificare tale incremento.
Il trasporto di passeggeri si sta spostando su strada e in aria, ma la quota ferroviaria,nei paesi candidati è ancora ben al di sopra della media dell'UE.

Stiamo ottimizzando l'uso delle infrastrutture dei trasporti esistenti , muovendoci verso un sistema di trasporto intermodale più equilibrato?

Nei paesi candidati l'estensione delle reti stradali è quasi raddoppiata in dieci anni, anche se la rete stradale è tuttora meno fitta di quella dell'UE.
Dai pochi dati a disposizione sugli investimenti si evince una priorità degli investimenti sulla rete stradale.

Ci stiamo muovendo verso un regime tariffario più corretto ed efficace che garantisca l'internalizzazione dei costi esterni?

Per i paesi candidati i costi esterni dei trasporti non sono stati ancora quantificati.
Solo pochi strumenti di internalizzazione dei costi sono attualmente in vigore nei paesi candidati.
Le tendenze dei prezzi dei combustibili non incoraggiano l'uso di modalità di trasporto più efficienti.

Con quale rapidità vengono inserite tecnologie più pulite e con quanta efficienza vengono utilizzati i veicoli?

Per i paesi candidati non ci sono dati disponibili sull'efficienza energetica; nell'UE tutte le modalità di trasporto, eccetto quella ferroviaria, mostrano segni di miglioramento.
Non ci sono dati disponibili per i paesi candidati su emissioni specifiche dei gas di scarico dei veicoli, mentre i veicoli su strada mostrano un miglioramento significativo nell'UE.
Il parco veicoli dei paesi candidati è in media quattro o cinque anni più vecchio di quello dell'UE.
Nei paesi candidati l'adozione di standard relativi a veicoli e combustibili è in fase di miglioramento, ma il numero di automobili dotate di marmitta catalitica è ancora basso.

Gli strumenti di gestione e di monitoraggio ambientale vengono efficacemente utilizzati in a sostegno delle politiche?

Nei paesi candidati mancano politiche integrate in campo ambientale e dei trasporti.
Nei paesi candidati sta nascendo una cooperazione a livello istituzionale in campo ambientale e dei trasporti, sebbene venga di rado formalizzata.
I paesi candidati non effettuano alcun monitoraggio sull'integrazione delle politiche  ambientali e dei trasporti.
 Soloalcuni paesi candidati hanno stabiliti degli obblighi legali in materia di valutazione ambientale strategica, ma nel settore dei trasporti l'applicazione si limita ad iniziative pilota.

 

Gli smiley riportati accanto ad ogni indicatore forniscono un riferimento rapido della tendenza corrispondente all'indicatore nei paesi candidati all'adesione:
tendenza positiva verso il raggiungimento dell'obiettivo
sviluppi positivi ma ancora insufficienti a raggiungere l'obiettivo oppure tendenza mista.
tendenza sfavorevole, in allontanamento dall'obiettivo
impossibile valutare la tendenza a causa di lacune nelle informazioni oppure mancanza di obiettivi strategici.


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