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Pubblicato: 21/03/2023
La Commissione europea pubblica oggi la prima relazione «Monitoraggio e prospettive sull’inquinamento zero», che definisce la via da seguire per avere aria, acqua e suolo pu' puliti. La relazione della Commissione, insieme alla valutazione di monitoraggio dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), mostra che le politiche dell’UE hanno contribuito a ridurre l’inquinamento atmosferico e quello causato dai pesticidi. Tuttavia, in altri settori, come il rumore nocivo, l’inquinamento da nutrienti o la produzione di rifiuti urbani, i problemi persistono. I risultati evidenziano che, nel complesso, è necessaria un’azione molto più incisiva, affinché l’UE possa raggiungere gli obiettivi di inquinamento zero per il 2030, con l’adozione di nuove leggi antinquinamento e una migliore attuazione di quelle già esistenti.
La qualità dell'aria in Europa continua a migliorare e il numero di persone che muoiono precocemente o si ammalano a causa dell'inquinamento atmosferico è in calo. Tuttavia, secondo l'analisi dell'Agenzia Europea dell'Ambiente (AEA), pubblicata oggi, l'inquinamento atmosferico è ancora il maggiore rischio ambientale per la salute in Europa e sono necessarie misure più ambiziose per rispettare le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). È quanto emerge dall’ultima analisi dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), pubblicata oggi.
Secondo un rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), pubblicato in data odierna, l’esposizione all’inquinamento atmosferico, al fumo passivo, al radon, ai raggi ultravioletti, all’amianto, a determinate sostanze chimiche e ad altri inquinanti è all’origine di oltre il 10 % di tutti i casi di cancro in Europa. La buona notizia è che prevenire questi rischi è possibile.
La Commissione europea pubblica oggi la prima relazione «Monitoraggio e prospettive sull’inquinamento zero», che definisce la via da seguire per avere aria, acqua e suolo pu' puliti. La relazione della Commissione, insieme alla valutazione di monitoraggio dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), mostra che le politiche dell’UE hanno contribuito a ridurre l’inquinamento atmosferico e quello causato dai pesticidi. Tuttavia, in altri settori, come il rumore nocivo, l’inquinamento da nutrienti o la produzione di rifiuti urbani, i problemi persistono. I risultati evidenziano che, nel complesso, è necessaria un’azione molto più incisiva, affinché l’UE possa raggiungere gli obiettivi di inquinamento zero per il 2030, con l’adozione di nuove leggi antinquinamento e una migliore attuazione di quelle già esistenti.
La qualità dell'aria in Europa continua a migliorare e il numero di persone che muoiono precocemente o si ammalano a causa dell'inquinamento atmosferico è in calo. Tuttavia, secondo l'analisi dell'Agenzia Europea dell'Ambiente (AEA), pubblicata oggi, l'inquinamento atmosferico è ancora il maggiore rischio ambientale per la salute in Europa e sono necessarie misure più ambiziose per rispettare le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). È quanto emerge dall’ultima analisi dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), pubblicata oggi.
L’inquinamento ambientale ha ripercussioni sulla salute e la qualità della vita. Gli studi condotti dall’Agenzia europea dell’ambiente hanno posto in evidenza la natura di tali ripercussioni così come i potenziali benefici che si potrebbero trarre da un ambiente più pulito. Ogni intervento inteso a realizzare l’obiettivo «inquinamento zero» in Europa consente di prevenire casi di tumore o di migliorare la qualità della vita.
Gli Stati membri dell’UE hanno iniziato a coordinare le politiche ambientali negli anni Settanta e la natura è stato il primo settore di interesse degli interventi europei. Ad oggi, le direttive in materia di protezione della natura – la direttiva Uccelli e la direttiva Habitat, adottate rispettivamente nel 1979 e nel 1992 – costituiscono la base degli sforzi dell’UE per la protezione e la conservazione della biodiversità.
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