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Lo sviluppo urbano ha una forte dimensione europea. Le città interagiscono con le zone circostanti, influenzandole e producendo effetti sull'ambiente di un'area molto più ampia. Il loro sviluppo è determinato anche da fattori esterni come il cambiamento demografico, il bisogno di mobilità, la globalizzazione e il cambiamento climatico. Si prevede che la diminuzione delle dimensioni dei nuclei familiari e l'invecchiamento della popolazione accresceranno le pressioni ambientali nei prossimi decenni. L'ulteriore sviluppo dei servizi e della tecnologia d'informazione e comunicazione introduce nuovi e importanti cambiamenti qualitativi nei sistemi urbani.
Le città fungono da motori del progresso, spesso ponendosi a capo della maggior parte dei nostri risultati e innovazioni culturali, intellettuali, formativi e tecnologici. Tuttavia, la tendenza attuale dei nuovi approcci a bassa densità allo sviluppo urbano ha per conseguenza un maggiore consumo di energia, risorse, trasporti e suolo, portando così le emissioni di gas a effetto serra e l'inquinamento atmosferico e acustico a livelli che spesso superano i limiti raccomandati o sanciti per legge per la sicurezza umana.
Il consumo nel suo complesso, il consumo di energia, il consumo di acqua e la produzione di rifiuti sono in aumento come conseguenza dell'aumento del numero dei nuclei familiari urbani. La relazione sulla proliferazione urbana dell'AEA mostra che più di un quarto del territorio dell'Unione europea è stato direttamente interessato dallo sfruttamento del suolo urbano: tra il 1990 e il 2000 un'area pari a cinque volte quella della Grande Londra è stata abbandonata alla proliferazione urbana. Ciò ha interessato in primo luogo l'ex terra coltivata, il che ha determinato la perdita di importanti servizi ecosistemici, quali la produzione alimentare, la protezione contro le inondazioni e la diversità biologica.
L'impronta ecologica indica la “porzione di territorio” (sia essa terra o acqua) di cui una città o un paese necessita per produrre le risorse che consuma e per assorbire i rifiuti che produce. L'impronta ecologica della Grande Londra, per esempio, è pari a 293 volte la sua superficie, ovvero al doppio della superficie del Regno Unito.
L'inquinamento atmosferico in Europa nel periodo 1990-2004 ha mostrato che, nonostante le riduzioni nelle emissioni, le concentrazioni elevate di particolato fine e di ozono a livello del suolo continuano a causare problemi in molte città e nelle aree circostanti. Il particolato fine viene ora generalmente riconosciuto come la minaccia principale per la salute umana proveniente dall'inquinamento atmosferico. L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) stima che circa 100 000 decessi l'anno potrebbero essere associati all'inquinamento atmosferico nelle città europee, che riduce l'aspettativa di vita mediamente di un anno.
Una delle cause principali dell'inquinamento atmosferico e dei problemi di rumore è l'aumento del traffico motorizzato, il quale a sua volta determina una riduzione del verde e degli spazi tranquilli disponibili nei centri città. Ciò fa sì che le persone abbandonino la città per trasferirsi nelle periferie e nell'hinterland. Le nuove aree urbane a bassa densità determinano un maggiore utilizzo dei trasporti individuali, il che non fa che esacerbare i problemi esistenti.
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