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Il nostro clima sta cambiando: prove scientifiche dimostrano che la temperatura media globale è in aumento e che è in atto un mutamento dei modelli meteorologici. Inoltre, i ghiacciai, la banchisa artica e la calotta glaciale in Groenlandia si stanno sciogliendo. Come illustrato dal Quinto rapporto di valutazione dell’IPCC (Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici), il riscaldamento globale verificatosi a partire dalla metà del XX secolo è dovuto principalmente a un aumento delle concentrazioni di gas serra, generato a sua volta dalle attività umane, in special modo dalla combustione dei carburanti fossili e dal mutamento del rapporto dell’uomo con la terra.
Il cambiamento climatico sta avendo una serie di conseguenze importanti per la nostra salute, gli ecosistemi e l’economia, conseguenze che si faranno sempre più gravi nei prossimi anni e che, se non affrontate adeguatamente, potrebbero comportare gravi costi in termini di salute umana e di danni a carico di ecosistemi, beni e infrastrutture. Diversi progetti di adattamento sono già stati avviati in tutta Europa proprio per prepararsi ad affrontare il cambiamento climatico.
Il cambiamento climatico sta riscaldando gli oceani, causando l’acidificazione degli ambienti marini e modificando i modelli meteorologici. Questo insieme di fattori spesso non fa che esacerbare la pressione esercitata dalle attività umane sui mari, causando la perdita della biodiversità marina. Molte vite umane dipendono appunto dalla biodiversità e dalla conservazione degli ecosistemi marini: è quindi necessario agire in fretta per contenere il surriscaldamento degli oceani.
L’agricoltura contribuisce al cambiamento climatico e, a sua volta, ne subisce gli effetti. L’UE deve ridurre le emissioni di gas serra provenienti dall’agricoltura e rivedere i propri sistemi di produzione del cibo, al fine di affrontare il cambiamento climatico. Tuttavia, il cambiamento climatico è solo una delle pressioni a cui è sottoposta l’agricoltura: infatti, vista la crescente domanda mondiale e la corsa per accaparrarsi le risorse, la produzione e il consumo di cibo nell’UE dovrebbero essere considerati in un contesto più ampio. Ciò consentirebbe di creare le necessarie connessioni tra agricoltura, energia e sicurezza alimentare.
Il suolo è un elemento importante (e spesso trascurato) del sistema climatico. Esso costituisce il secondo serbatoio o “sink” di carbonio dopo gli oceani. A seconda delle regioni, il cambiamento climatico può causare un maggiore accumulo di carbonio nelle piante e nel suolo a causa della crescita della vegetazione, oppure un maggiore rilascio di carbonio nell’atmosfera. Ripristinare i principali ecosistemi terrestri e tornare a un uso sostenibile del suolo nelle aree urbane e rurali può contribuire a mitigare il cambiamento climatico e a favorire l’adattamento ad esso.
Il 2014 è stato in assoluto l’anno più caldo, ma anche l’ennesimo anno di caldo record di una serie di decenni sempre più caldi. Per limitare il riscaldamento globale a non più di 2°C al di sopra dei livelli pre-industriali e ridurre al minimo gli impatti del cambiamento climatico, occorre operare un drastico taglio dei gas serra rilasciati nell’atmosfera. Anche se i governi stabiliscono degli obiettivi, sta al mondo dell’industria, alle aziende, alle autorità locali e alle singole famiglie entrare in azione. Ciò significa garantire la riduzione delle emissioni, stabilizzare le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera, bloccare l’innalzamento delle temperature e intervenire per mitigare il cambiamento climatico.
Gli interventi finalizzati a mitigare il cambiamento climatico e a favorire l’adattamento ai mutamenti del clima sono spesso considerati costosi e visti come un ulteriore peso per l’economia. Tuttavia, i paesi europei stanno già investendo fondi pubblici e privati negli ambiti della ricerca, delle infrastrutture, dell’agricoltura, dell’energia, dei trasporti, dello sviluppo urbano, della protezione sociale, della salute e della salvaguardia ambientale. Possiamo garantire che la spesa attuale in questi settori vada a favore di nuove soluzioni sostenibili e rispettose dell’ambiente, le quali contribuiranno alla creazione di nuovi posti di lavoro.
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