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Qualità dell'aria negli ambienti chiusi

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Article Pubblicato 16/04/2013 Ultima modifica 21/03/2023
Photo: © Jose AS Reyes | Shutterstock
Molti di noi possono passare fino al 90 % delle nostre giornate al chiuso – a casa, a scuola o al lavoro. La qualità dell'aria che respiriamo al chiuso ha anche un impatto diretto sulla nostra salute. Cosa determina la qualità dell'aria negli ambienti chiusi? C'è qualche differenza tra inquinanti atmosferici interni ed esterni? Come possiamo migliorare la qualità dell'aria negli ambienti chiusi?

Può sorprendere molti di noi sapere che l'aria di una strada cittadina con un livello di traffico medio potrebbe essere più pulita di quella presente nei nostri salotti. Recenti studi indicano che alcuni pericolosi inquinanti atmosferici possono essere presenti in concentrazioni maggiori negli spazi chiusi rispetto a quelli aperti. In passato la questione dell'inquinamento atmosferico in ambienti confinati ha ricevuto di gran lunga meno attenzione rispetto al tema dell'inquinamento atmosferico in spazi aperti, in particolare quello provocato da emissioni derivanti dai trasporti o industriali. Negli ultimi anni tuttavia le minacce poste dall'esposizione all'inquinamento atmosferico in ambienti chiusi sono diventate più evidenti.

Immaginate una casa appena imbiancata e decorata con nuovi mobili... O un luogo di lavoro che emana un pesante odore di prodotti per le pulizie... La qualità dell'aria nelle nostre case, nei luoghi di lavoro o in altri spazi pubblici varia considerevolmente a seconda dei materiali utilizzati per costruirli e pulirli, delle finalità a cui sono adibiti e del modo in cui vengono utilizzati e ventilati.

Una cattiva qualità dell'aria negli ambienti chiusi può essere in particolar modo dannosa per gruppi vulnerabili quali i bambini, gli anziani e le persone che soffrono di malattie cardiovascolari e respiratorie croniche come l'asma.

Alcuni dei principali inquinanti atmosferici interni sono il radon (un gas radioattivo che si forma nel suolo), il fumo di tabacco, gas o particelle emessi dalla combustione di carburanti, sostanze chimiche e allergeni. Il monossido di carbonio, i biossidi di azoto, le particelle e i composti organici volatili sono riscontrabili sia in ambienti chiusi che all'esterno.

Le misure politiche possono aiutare

Alcuni inquinanti di spazi confinati e i loro impatti sulla salute sono più conosciuti e ricevono maggior attenzione da parte del pubblico di altri. Il divieto di fumo negli spazi pubblici è uno di questi.

In molti paesi il divieto di fumo nei diversi luoghi pubblici è stato materia di scontro prima che fosse introdotta la pertinente legislazione. Ad esempio nei giorni dell'entrata in vigore del divieto di fumo in Spagna nel gennaio 2006 c'è stato un crescente movimento volto ad affermare quello che molti consideravano un loro diritto: fumare nei luoghi pubblici chiusi. Ma il divieto ha anche portato a una maggiore sensibilizzazione pubblica. Nei giorni seguenti alla sua entrata in vigore 25 000 spagnoli al giorno hanno chiesto una consulenza medica su come smettere di fumare.

Molto è cambiato nella percezione pubblica quando si parla di fumo nei luoghi pubblici e sui trasporti pubblici. Molte compagnie aeree hanno iniziato a vietare il fumo sui voli a breve raggio negli anni ottanta, seguiti dai voli a lungo raggio negli anni novanta. Ai giorni nostri in Europa è impensabile che i non fumatori possano essere esposti al fumo passivo sui trasporti pubblici.

Oggi molti paesi, compresi tutti i paesi membri dell'AEA, si sono dotati di legislazioni che fissano limiti o vietano il fumo all'interno di luoghi pubblici. Dopo una serie di raccomandazioni e risoluzioni non vincolanti, l'Unione europea ha anche adottato nel 2009 una risoluzione con la quale chiede agli stati membri dell'UE di promulgare e attuare leggi che proteggano pienamente i propri cittadini dall'esposizione al fumo di tabacco.

Sembra che il divieto di fumo abbia migliorato la qualità dell'aria negli ambienti chiusi. L'inquinamento ambientale da fumo di sigaretta sta diminuendo nei luoghi pubblici. Nella Repubblica di Irlanda, ad esempio, le misurazioni relative agli inquinanti atmosferici nei luoghi pubblici a Dublino, prima e dopo l'introduzione del divieto di fumo, hanno dimostrato una diminuzione fino all'88 % per alcuni inquinanti atmosferici rilevati nel fumo di tabacco presente negli ambienti chiusi.

Come nel caso degli inquinanti atmosferici esterni, anche gli impatti degli inquinanti atmosferici in ambienti chiusi non riguardano solo la nostra salute. Presentano anche alti costi economici. Soltanto per l'esposizione al fumo da tabacco nei luoghi di lavoro dell'UE nel 2008 si sono stimati costi sanitari diretti superiori a 1,3 miliardi di euro e costi sanitari indiretti superiori a 1,1 miliardi di euro dovuti a perdite di produttività.

L'inquinamento atmosferico negli ambienti chiusi

Ma l'inquinamento interno non è solo quello del fumo di sigaretta

Il fumo non è l'unica fonte di inquinamento dell’aria in ambienti confinati. Secondo Erik Lebret dell'Istituto Nazionale Olandese per la Salute Pubblica e l’Ambiente (RIVM), «L'inquinamento atmosferico non si ferma sulle soglie delle nostre case. Molte sostanze inquinanti esterne penetrano nelle nostre case dove passiamo la maggior parte del nostro tempo. Molti altri fattori influiscono sulla qualità dell'aria interna, compresi la preparazione dei cibi, le stufe a legna, la combustione di candele o incenso, l'utilizzo di prodotti di consumo come cere e lucidi per la pulizia di superfici, i materiali edili come la formaldeide nel compensato e i ritardanti di fiamma in molti materiali. Bisogna inoltre considerare anche il radon emesso dal suolo e dai materiali edili».

I paesi europei stanno cercando di contrastare alcune di queste fonti di inquinamento atmosferico interno. Lebret ritiene che «stiamo cercando di sostituire sostanze più tossiche con sostanze meno tossiche o di trovare procedimenti che riducano le emissioni, come nel caso delle emissioni di formaldeide dal compensato. Un altro esempio può essere dato dal minor uso di alcuni materiali che emettono radon utilizzati nella costruzione di mura. Questi materiali sono stati utilizzati nel passato ma il loro uso è stato da allora limitato.»

L'emanazione di leggi non è l'unico modo per migliorare la qualità dell'aria che respiriamo; noi tutti possiamo adottare iniziative per controllare e ridurre particolato e sostanze inquinanti negli spazi chiusi.

Piccole azioni come arieggiare gli spazi chiusi possono aiutare a migliorare la qualità dell'aria attorno a noi. Alcune nostre azioni, seppur mosse da buone intenzioni, potrebbero avere in realtà effetti negativi. Lebret suggerisce: «Dovremmo arieggiare i nostri ambienti senza però eccedere perché questo rappresenta in sostanza una perdita di energia. L'eccesso di ventilazione comporta un maggior ricorso al riscaldamento e quindi all'utilizzo di combustibili fossili, che di conseguenza si traduce in più inquinamento atmosferico. Dovremmo pensare in termini di utilizzo più sostenibile delle nostre risorse in generale.»

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