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L'ambiente in Europa: Seconda valutazione

13. Rischi tecnologici e naturali

Pagina Ultima modifica 19/04/2016
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13. Rischi tecnologici e naturali

 

Conclusioni

Il numero di incidenti industriali gravi segnalati ogni anno nell’Unione europea è rimasto più o meno costante dal 1984. Poiché tuttavia da allora si è avuto sia un miglioramento dell’efficienza dei sistemi di notifica degli incidenti sia un aumento dell’attività industriale, è probabile che il numero di incidenti per unità di attività sia in realtà diminuito. Attualmente non esistono basi di dati relative agli incidenti industriali nei PECO e nei Nuovi Stati Indipendenti.

 

In base alla scala internazionale degli incidenti nucleari (INES) messa a punto dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica, in Europa l’ultimo "incidente rilevante" (4°-7° grado della scala INES) si è verificato nel 1986 (Cernobil: 7° grado). La maggior parte degli altri eventi segnalati rientravano nelle “anomalie" (1° grado della scala INES) e vi sono stati alcuni "incidenti lievi" (2°-3° grado della scala INES).

 

Negli ultimi 10 anni vi è stata, su scala mondiale, una significativa diminuzione del numero annuo dei grandi sversamenti di petrolio, ma i pochi episodi gravi verificatisi hanno contribuito per un’elevata percentuale alla quantità totale di petrolio sversato. Dal 1980 circa il numero dei grandi sversamenti ( > 700 tonnellate) che si verificano ogni anno è diminuito di circa un terzo rispetto agli anni Settanta.

 

Lo sviluppo di numerose attività che possono provocare incidenti rilevanti è in continuo aumento, così come la vulnerabilità di alcune di queste attività e infrastrutture di fronte a eventi naturali di grande portata. La seconda direttiva “Seveso”, grazie al suo vasto campo di applicazione, all’approccio integrato cui è ispirata e alla particolare attenzione dedicata alla prevenzione degli incidenti fornisce il quadro normativo necessario per una più adeguata gestione dei rischi. Occorre ora garantire la sua applicazione da parte dell’industria e delle autorità preposte alla regolamentazione e alla programmazione. Tale direttiva fornisce anche un modello all’Europa orientale, dove non esiste un quadro legislativo transnazionale di tale ampiezza.

 

Negli anni Novanta si è verificato un numero eccezionalmente elevato di inondazioni che hanno provocato gravi danni e numerose vittime. Benché le cause principali vadano probabilmente ricercate nella naturale variabilità dei flussi idrici, gli effetti potrebbero essere stati amplificati dall’impatto prodotto dalle attività umane sul ciclo idrologico.

 

13.1. Introduzione

 

Gran parte dei problemi ambientali descritti nella presente relazione sono la conseguenza di una serie di attività umane consolidate, come la produzione e il consumo di energia, la produzione industriale, i trasporti e l’agricoltura. Tuttavia, la salute umana e l’ambiente possono essere danneggiati anche da gravi incidenti tecnologici ed eventi naturali eccezionali.

 

Gli incidenti rilevanti e le calamità naturali costituiscono una categoria di problemi ambientali completamente a se stante e sono fonte di particolare apprensione a causa di vari fattori: la potenziale portata dei loro effetti (da cui l’interesse dei media e del pubblico), la loro imprevedibilità (da cui la sensazione della mancanza di controllo e la difficoltà di garantire adeguate misure di emergenza) e l’incertezza riguardo alle loro conseguenze. Spesso si dispone di scarse conoscenze riguardo ai percorsi che le sostanze eventualmente rilasciate potrebbero compiere nell’ambiente e al loro impatto su quest’ultimo e sulla salute, e tale incertezza è ulteriormente accresciuta dalle interazioni, talvolta impreviste, che tali eventi possono avere con l’ambiente circostante nel momento in cui si verificano.

 

Sebbene i dati relativi agli eventi occorsi in passato possano fornire qualche indicazione riguardo ai possibili eventi futuri, la complessità delle cause responsabili di questi episodi (che investono anche aspetti sociali e complessi problemi ambientali come il cambiamento climatico) impediscono la formulazione di qualsiasi previsione riguardo al momento o al luogo in cui questi eventi potrebbero verificarsi in futuro. Queste incertezze, accanto a quelle sulla natura e sulle dimensioni degli effetti prodotti, rendono imperativo considerare i gravi incidenti tecnologici e le calamità naturali come grosse fonti di "rischio", al fine di consentirne un’adeguata valutazione e gestione.

 

Gli eventi esaminati nel corso del presente capitolo possono essere classificati in quattro categorie:

• incidenti rilevanti connessi con determinate attività industriali;

 

• gli incidenti nucleari;

 

• gli incidenti che si verificano durante il trasporto marittimo e negli impianti offshore;

 

• le catastrofi naturali e la loro eventuale amplificazione ad opera delle attività umane.

 

Il capitolo fornisce una panoramica degli eventi rientranti in queste tipologie che si sono verificati in Europa nell’ultimo decennio, illustrando le tendenze individuate in termini di frequenza, cause e conseguenze sulla salute umana e sull’ambiente.

 

13. Rischi tecnologici e naturali (.pdf)

 

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