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In che modo le città europee si stanno adattando ai cambiamenti climatici e stanno lavorando per un futuro sostenibile?

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Article Pubblicato 16/04/2021 Ultima modifica 04/06/2021
5 min read
Photo: © Jacqueline Brandwayn on Unsplash
Adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici è una priorità assoluta per l’Unione europea. Cosa spinge le città ad adottare misure incisive per mitigare tali effetti e rendere i centri urbani più resilienti e sostenibili? Abbiamo incontrato Ivone Pereira Martins, esperta dell’AEA in sostenibilità urbana, per parlare del contributo dell’Agenzia a questo compito di vitale importanza.

Cosa stanno facendo l’Unione europea e l’Agenzia europea dell’ambiente per promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici, in particolare nell’ambito della sostenibilità urbana?


La nuova strategia dell’UE di adattamento ai cambiamenti climatici, adottata di recente dalla Commissione europea, propone azioni volte a migliorare le conoscenze in materia di adattamento: in questo modo saremo in grado di raccogliere dati più numerosi e di migliore qualità sulle perdite e sui rischi legati al clima. Questa attività è direttamente collegata a ClimateADAPT, la piattaforma europea per le conoscenze in materia di adattamento, ospitata e sviluppata dall’AEA.

ClimateADAPT propone una serie di buone pratiche elaborate dalle città che stanno attuando misure di adattamento. L’elemento di novità è che questa strategia dell’UE riconosce pienamente che l’adattamento richiede piani e azioni a tutti i livelli di governance. La strategia evidenzia le priorità riconoscendo l’importanza dell’azione di adattamento a livello locale, l’uso di soluzioni naturali per promuovere l’adattamento e integrando le relative tematiche nella macro-politica fiscale. Le azioni delle città hanno trovato pieno riconoscimento nella nostra relazione «La sostenibilità urbana in Europa. I fattori trainanti del cambiamento ambientale delle città», che sarà pubblicata nelle prossime settimane insieme a una breve nota informativa contenente una prima panoramica dei principali effetti della pandemia di COVID-19 sugli sforzi di sostenibilità nelle città.


Quali sono i punti salienti di questa nuova relazione?


Non è da oggi che l’AEA si occupa di questioni riguardanti l’ambiente urbano. Applicando un approccio tematico, l’Agenzia ha seguito l’evoluzione di fenomeni quali l’urbanizzazione e l’inquinamento, la qualità dell’aria nelle città, l’inquinamento acustico e l’adattamento delle città ai cambiamenti climatici. La nuova relazione è la prima di una serie di valutazioni che esaminano in un’ottica integrata il contributo delle città agli obiettivi ambientali. In particolare, la relazione analizza la situazione delle città in modo diretto, mediante sondaggi e interviste, per comprendere i fattori trainanti del cambiamento ambientale delle città nel contesto della loro transizione verso una società più sostenibile. Si tratta di un documento con intenti esplorativi che le città utilizzano come parametro di riferimento per valutare sia i fattori trainanti della transizione verso la sostenibilità urbana, sia i relativi ostacoli.

Tra tutti questi fattori individuati grazie alla ricerca, ve ne sono alcuni che si distinguono dagli altri. Abbiamo scoperto che non esiste un approccio unico e indifferenziato. La ricerca ha individuato i fattori trainanti e gli ostacoli in sette settori chiave: contesto, governance, conoscenza, cultura, tecnologia, dati e informazioni, finanza. È importante notare che questa è la prima volta che l’AEA affronta la tematica delle città in modo diretto, con un approccio esplorativo e attraverso un esercizio di riflessione e progettazione che potrà essere ulteriormente sviluppato.


Qual è stato l’impatto della pandemia di COVID-19 sulle città?


L’impatto complessivo della COVID-19 sulla sostenibilità urbana è tuttora oggetto di valutazione. La pandemia ha modificato i nostri stili di vita aumentando l’utilizzo dei dispositivi digitali e il lavoro da casa. Di conseguenza sono mutati i paesaggi urbani, con effetti duraturi sui trasporti e sul pendolarismo quotidiano, ed è probabile che in futuro cambino anche la domanda di abitazioni e l’uso degli uffici. Questa situazione può contribuire a migliorare la qualità dell’aria e a diminuire il rumore grazie alla riduzione del traffico.

Molto dipenderà dal modo in cui i paesi europei imposteranno i piani per la ripresa e la resilienza e, cosa ancora più importante, dall’importanza che attribuiranno alle città in quanto soggetti attivi. Le città hanno avuto un ruolo significativo nel sostenere i propri abitanti durante la pandemia; adesso, i governi locali devono svolgere un compito importante nella ripresa e nell’attuazione del Green Deal europeo. La prossima nota informativa dell’AEA analizza alcune delle prime conseguenze della pandemia per l’ambiente e il cambiamento climatico. Mi riferisco alla mobilità e all’accessibilità, al gran numero di ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche degli edifici, all’importanza degli spazi verdi, alle soluzioni naturali e al ruolo degli alimenti locali di origine urbana.


Queste valutazioni forniscono consigli tecnici e pratici? Indicano percorsi di sostenibilità per le numerose città europee?

La nostra attività nell’AEA si rivolge a un pubblico ampio. Collaboriamo con i Paesi, con le istituzioni e organizzazioni europee e, in generale, con la società civile europea. Benché il 75 % della popolazione europea viva in ambienti urbani, il mandato dell’AEA non prevede una collaborazione diretta con le città. Le nostre prossime valutazioni hanno un duplice obiettivo: tenere conto dell’importanza del livello locale e del ruolo delle città per conseguire gli ambiziosi obiettivi ambientali e climatici stabiliti dall’Europa.

La nostra attività dimostra anche che le città sono fortemente impegnate sul piano dell’attuazione pratica e, talvolta, sono persino più ambiziose degli Stati. Dall’ultimo esercizio di monitoraggio e comunicazione sulla legislazione ambientale, condotto nel 2018, risulta che il 70 % della legislazione ambientale dell’UE è applicato a livello locale.


Quali sono i principali insegnamenti che avete tratto finora dalla vostra ricerca preliminare?


La relazione contiene informazioni molto interessanti che sono state raccolte nelle città oggetto dello studio e hanno implicazioni dirette per le politiche dell’UE. Uno dei principali insegnamenti è che alla legislazione e al quadro politico dell’UE è riconosciuto un ruolo chiave per accelerare il cambiamento delle città in senso sostenibile. Un ruolo cruciale è svolto dall’accesso ai finanziamenti dell’UE, nazionali e privati, ma anche le reti di città e i partenariati mirati sono molto importanti nell’ottica di conferire un valore aggiunto agli sforzi delle città a favore della sostenibilità. Allo stesso tempo, però, va considerato che le città sono eterogenee e che le modalità della transizione devono essere adattate ai differenti contesti locali. Gli orizzonti futuri e i piani strategici per la sostenibilità definiti a livello locale sono essenziali perché costituiscono le fondamenta delle azioni future.


Quali altre attività sono in programma in questo ambito?

Stiamo operando in quattro canali di attività. Uno di essi è il proseguimento del lavoro svolto in tutta l’AEA. Ne sono un esempio le attività correnti di valutazione dell’adattamento, della qualità dell’aria e dell’inquinamento acustico nel contesto urbano, il lavoro svolto con la partecipazione di Copernicus e della sua componente locale dell’Atlante urbano, le soluzioni naturali, la mobilità/accessibilità e la riqualificazione energetica degli edifici o le soluzioni circolari. Un estratto di questo lavoro sarà presentato in una prossima relazione su quella che abbiamo definito l’«analisi Nexus». Lo studio, basato su una prospettiva analitica dall’alto verso il basso, è focalizzato su otto questioni inerenti alla sostenibilità urbana e ambientale che le parti interessate hanno selezionato in quanto prioritarie. Nel contesto urbano ci concentreremo sulla resilienza climatica, la qualità della vita, l’accessibilità, un ambiente salubre, la sicurezza alimentare, la circolarità, l’energia pulita e gli edifici sostenibili.

Inoltre, vogliamo rinsaldare i rapporti con le parti interessate rilevanti. Per accelerare la creazione di reti su questo tema istituiremo un forum di collaborazione per la sostenibilità urbana, in cui si potranno scambiare informazioni, creare reti e avviare partenariati mirati. Infine, tenendo conto di altre iniziative promosse dall’UE, l’AEA sta valutando come divulgare e condividere in modo più ampio tutte queste conoscenze e competenze.

Ivone Pereira Martins
Esperta in sostenibilità urbana

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