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Il settore dei trasporti pone una pressione sempre maggiore sull'ambiente in Europa

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Press Release Pubblicato 11/09/2001 Ultima modifica 28/06/2016
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La pressione sull'ambiente causata dai trasporti, in particolare i trasporti su terra e aerei che sono in rapida espansione, continua ad aumentare nonostante l'impegno dei responsabili politici e del settore stesso al fine di tenere maggiormente conto delle preoccupazioni ambientali - come mostra una nuova relazione dell'Unione europea.

COMUNICATO STAMPA

Copenaghen, 11 settembre 2001

La pressione sull'ambiente causata dai trasporti, in particolare i trasporti su terra e aerei che sono in rapida espansione, continua ad aumentare nonostante l'impegno dei responsabili politici e del settore stesso al fine di tenere maggiormente conto delle preoccupazioni ambientali - come mostra una nuova relazione dell'Unione europea.

L'Agenzia europea dell'ambiente (AEA) pubblicherà la relazione TERM 2001 prima della riunione congiunta dei ministri europei dei trasporti e dell'ambiente prevista per questo fine-settimana in Belgio.

"In generale, la relazione mostra che il settore dei trasporti nell'UE diviene meno e non più sostenibile dal punto di vista ambientale", afferma Domingo Jiménez-Beltrán, direttore esecutivo dell'Agenzia. "Il progresso verso un sistema dei trasporti maggiormente sostenibile si è reso imperativo e si sono raddoppiati gli sforzi per integrare considerazioni ambientali nella politica dei trasporti."

Il settore dei trasporti contribuisce a danneggiare l'ambiente e la salute umana per via dell'emissione di livelli notevoli di inquinanti tossici e gas serra, oltre a generare rifiuti e rumore e a frammentare il territorio.

Gran parte degli indicatori chiave della relazione segnalano tendenze sfavorevoli o dimostrano che la strada per raggiungere gli obiettivi politici volti a rendere i trasporti più ecologici è ancora lunga.

La relazione avverte che le attuali tendenze indicano un allontanamento dall'obiettivo dell'UE, annunciato di recente, di spezzare il nesso tra crescita economica e crescita nel settore dei trasporti nonché di riportare entro il 2010 le quote del mercato dei trasporti ferroviari, marittimi e per idrovia interna ai livelli del 1998.

Essa prosegue affermando che la tendenza ad un maggiore utilizzo dei veicoli e dei velivoli, il trasporto merci e passeggeri aumenta più rapidamente dell'economia nel suo insieme, minacciando sempre più l'ambiente e la salute umana.

Ad esempio, l'aumento dell'utilizzo energetico e delle emissioni di gas serra dovute ai trasporti minaccia la capacità dell'UE di rispettare gli obiettivi del protocollo di Kyoto sulla lotta al cambiamento climatico.

Esistono tuttavia anche tendenze positive, essenzialmente riconducibili al progresso tecnologico e ai nuovi combustibili che hanno reso i veicoli meno inquinanti. Si è constatato un considerevole miglioramento nella qualità dell'aria nelle zone urbane, per quanto in molte città essa comporta ancora rischi per la salute e sia necessario un ulteriore miglioramento.

L'efficienza energetica dei trasporti con veicoli è leggermente migliorata negli ultimi vent'anni, sebbene il basso tasso di occupazione dei veicoli e l'impiego di mezzi più pesanti e potenti abbiano parzialmente compensato la maggiore efficienza dei combustibili nelle nuove automobili.

Non si è registrato alcun miglioramento, tuttavia, nell'efficacia energetica del trasporto merci via terra, mentre essa è piuttosto scarsa nei trasporti ferroviari o marittimi. Nonostante il progresso tecnologico, i trasporti aerei continuano ad essere la tipologia di trasporto meno efficace dal punto di vista energetico.

Secondo la relazione, è necessaria una migliore integrazione di considerazioni ambientali in tutte le aree della politica dei trasporti per procedere verso un sistema maggiormente sostenibile dal punto di vista ambientale.

Gran parte dei Paesi dell'UE hanno sviluppato o stanno sviluppando strategie nel settore dei trasporti in cui il lato ambientale è integrato, sebbene molte di esse debbano essere ancora perfezionate, sovvenzionate o attuate.

Inoltre, le strategie nazionali non sono sempre in linea con le strategie e le politiche dell'UE. Grande rilevanza assume il fatto che, contrariamente a quanto auspicato, non si siano riusciti ad integrare i costi dei danni e degli incidenti ecologici e del traffico nel prezzo applicato per ciascuna modalità di trasporto.

Tuttavia, vi sono segni di un miglioramento nel fatto che diversi Stati membri si stiano muovendo verso una fiscalità che differenzi tra le varie modalità sulla base del rispettivo costo ambientale, sebbene l'applicazione di un tale sistema presenti ancora svariati ostacoli.

Si è osservato inoltre che si stanno ancora definendo le infrastrutture relative ai trasporti in risposta ai problemi di imbottigliamento del traffico, un orientamento che favorisce l'espansione delle infrastrutture aeroportuali e autostradali.

"La relazione mostra che per limitare la crescita nel settore dei trasporti è necessario anche un impegno in altri settori," afferma Sig. Jiménez-Beltrán.

E aggiunge: "Dato che il settore turistico costituisce la categoria di trasporto passeggeri in più rapida espansione, sono indispensabili iniziative in tale campo. L'industria peraltro deve svolgere un ruolo fondamentale nello sviluppo di sistemi produttivi e distributivi con trasporti più efficaci nonché nel miglioramento della logistica del trasporto merci."

Questi sono i punti salienti dei risultati e delle proiezioni della relazione TERM 2001:

  • Tra il 1990 e il 1998, le emissioni di gas acidificanti del settore dei trasporti sono scese del 20% e le emissioni di sostanze inquinanti che provocano la formazione di ozono a bassa quota -- biossidi di azoto (NOx) e composti organici volatili (VOC) - del 25%. Tuttavia, si impongono ulteriori sforzi anche in altri settori per raggiungere gli obiettivi comunitari relativi alla riduzione delle emissioni di tali sostanze.
  • Il consumo energetico relativo al settore dei trasporti è salito del 47% dal 1985, rispetto al 4,2% degli altri settori dell'economia.
  • I trasporti sono responsabili del 24% del totale delle emissioni comunitarie riconducibili alle attività umane di biossido di carbonio (CO2), il principale gas a effetto serra, e il trasporto su strada rappresenta da solo l'84% di tale percentuale. Le emissioni di CO2 dovute a tale settore sono aumentate del 15% tra il 1990 e il 1998.
  • Si prevede che il numero di automobili rottamate ogni anno negli attuali 15 Stati membri dell'UE passerà da 11,3 milioni nel 1995 a 17 milioni nel 2015.
  • L'infrastruttura relativa ai trasporti sta frammentando in misura crescente il territorio dell'Unione europea. La lunghezza della rete autostradale è aumentata di oltre il 70% dal 1980, mentre quella delle linee ferroviarie convenzionali e delle vie d'acqua interne è scesa di circa il 9%.
  • Il parco macchine dell'Unione europea è aumentato del 64% tra il 1980 e il 1998 fino a raggiungere 451 automobili per 1 000 abitanti.
  • Gli autotreni rappresentano oggi il 43% del trasporto merci in termini di peso trasportato e distanza percorsa (tonnellate-chilometro totali), rispetto al 33% nel 1980. Il trasporto marittimo a corto raggio ha avuto un discreto successo per distanze maggiori ed equivale al 42% delle tonnellate-chilometro totali.
  • I costi "esterni" dei trasporti, che coprono gli incidenti, i danni ambientali nonché il traffico, sono stimati all'8% del prodotto interno lordo (PIL). Automobili, autotreni e aeroplani presentano i costi esterni più elevati per unità trasportata. Diversi Paesi stanno definendo sistemi fiscali o tariffari che includano tali costi nei prezzi dei trasporti.
  • Il tasso di mortalità legato al settore dei trasporti sta diminuendo, sebbene gli incidenti stradali mietano tuttora 41 000 vittime all'anno. Il numero dei feriti è circa 40 volte il numero di decessi e diminuisce più lentamente del totale dei decessi.
  • Si calcola che oltre il 30% della popolazione sia esposta a livelli acustici del traffico che disturbano o che nuocciono alla salute.

La relazione è disponibile sul sito Web dell'AEA all'indirizzo http://reports.eea.europa.eu/term2001

Note per le redazioni

- Il titolo della relazione è TERM 2001: Indicatori relativi all'integrazione nei settori dei trasporti e dell'ambiente nell'Unione europea . Si tratta della seconda relazione connessa al meccanismo di segnalazione sull'ambiente e sui trasporti dell'UE (TERM: Transport and environment reporting mechanism). Il sistema TERM è condotto congiuntamente dalla Commissione europea (Direzione Generale dei Trasporti, Direzione Generale dell'Ambiente, Eurostat) e l'AEA.

- Le statistiche TERM sono pubblicate dall'Eurostat, l'ufficio statistico dell'UE, in Transport and environment: statistics for the transport and environment reporting mechanism (TERM) for the European Union, 2001. http://www.europa.europa.eu/comm/eurostat.

- I ministri dell'UE responsabili dei trasporti e dell'ambiente terranno una riunione informale congiunta il 14-16 settembre 2001 a Lovanio e Lovanio Nuova in Belgio su invito della Presidenza belga dell'UE. La riunione si centrerà sul bisogno di una maggiore integrazione delle politiche ambientale e dei trasporti al fine di creare un sistema dei trasporti più sostenibile.

- I capi di Stato e di Governo, in occasione del vertice di Göteborg, Svezia, del giugno 2001, hanno scelto i trasporti quale una delle aree prioritarie per una politica di sviluppo sostenibile e hanno chiamato all'azione a favore di una netta separazione della crescita del settore dei trasporti dalla crescita economica, in particolare mediante il passaggio dal trasporto passeggeri su strada a quello ferroviario, per via d'acqua e pubblico. http://ue.europa.eu/en/Info/eurocouncil/index.htm

- La Commissione europea, nei suoi orientamenti politici del Libro Bianco per la politica dei trasporti comune del luglio 2001, ha raccomandato iniziative volte a riportare entro il 2010 le quote del mercato dei trasporti ferroviari, marittimi e per idrovia interna ai livelli del 1998. http://europa.europa.eu/comm/energy_transport/en/lb_en.html

- Nel quadro del protocollo di Kyoto, l'UE si è impegnata a ridurre le emissioni di gas a effetto serra durante il periodo 2008-2012 di oltre l'8% al di sotto dei livelli del 1990.

Informazioni sull'AEA

L'Agenzia europea dell'ambiente opera a favore di uno sviluppo sostenibile e di un miglioramento significativo e quantificabile dell'ambiente in Europa, offrendo informazioni tempestive, mirate, pertinenti e affidabili agli organismi direttivi e al pubblico. Istituita dall'Unione europea (UE) nel 1990 con il regolamento n. 1210/90 (modificato dal regolamento n. 933/99 del Consiglio), l'Agenzia è il fulcro della rete europea d'informazione e di osservazione in materia ambientale (EIONET) costituita da circa 600 organismi e istituti attivi nel settore ambientale in tutta Europa.

Situata a Copenaghen e operativa fin dal 1994, l'AEA è aperta a tutti i paesi che ne condividano gli obiettivi e siano in grado di partecipare alle sue attività. L'Agenzia conta attualmente tra i suoi membri 24 paesi. Di questi, 15 sono gli Stati membri dell'UE; inoltre vi fanno parte l'Islanda, la Norvegia e il Lichtenstein, membri dello Spazio economico europeo (SEE); dal 1° agosto 2001 si sono aggiunti sei dei 13 paesi dell'Europa centrorientale e dell'area mediterranea candidati all'UE, ovvero Bulgaria, Cipro, Lettonia, Malta, Slovenia e Repubblica ceca. L'accesso di questi ultimi fa sì che l'AEA sia il primo organismo dell'UE ad accogliere i paesi candidati.

I restanti sette paesi candidati, la Repubblica Ceca, l'Estonia, l'Ungheria, la Lituania, la Polonia, la Romania e la Turchia, saranno ammessi a membri dell'Agenzia non appena anch'essi avranno ratificato l'accordo con l'AEA. Si prevede che ciò avverrà nei prossimi mesi, portando il numero di membri dell'Agenzia ad un totale di 31 paesi.



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